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Introduzione: A Calliope ed Euterpe

In una notte come tante altre
Quand'ancora di pianti mi vestivo
Furon Posate le notturne carte

Da tempo oramai la notte soffrivo
E il di non avea un gusto migliore
Tant'è che mi trascinavo stanco e schivo

Stremato ogni giorno dal mio umore
Passavo notti nere e soffocanti
Finche mi furon care le mie spore

Tutti i miei amici erano ormai distanti
Ed io solo li avevo allontanati
Così restai solo con i miei pianti

Me lo mostraron messaggeri alati
Il mio recente passato da egoista
Dove scappai per amori mai nati

Ma tornai non cambiato alla lor vista...




Canto I : Melpomene la Feritrice

Di uno scarlatto cupo di sangue infettato
Il sogno febbrile dal sonno coagulato

Per quella notte di lenzuola bagnate
Ma non per il caldo d'inizio d'estate

Una nera farfalla schiacciai con la mano
Si aprì una ferita per quel gesto insano

Pulsante ed infetta si mostrò sulla mia pelle
In quella cupa notte priva di stelle

Al centro della mano si aprì un nero taglio
Non appena compii il mio più grande sbalglio

Ma la cosa che più mi colpì di quel gesto
E' che quell'insetto a sparire fu lesto

Si dileguò con un sobbalzo del mio cuore
Lasciando nel mio palmo come dono il dolore

Forse si trattava solo di suggestione
E ciò che vidi lo relegai alla finzione

Sciacquai la mano sotto l'acqua corrente
La ferita pulsante, confusa la mente

Ma assecondando la mia lieve paura
La ferità sembrava una farfalla scura

Di nera falena possedeva l'aspetto
Quei lembi tagliati come ali d'insetto

Poi distolsi lo sguardo e non ci pensai
Presi una garza e la ferita bendai

Mi distesi sul mio letto, non riuscivo a capire
Mi giravo tra le lenzuola senza dormire

E non era la mia insonnia a tenermi sveglio
Anche se sarebbe stato di gran lunga meglio.



CONTINUA...
[Modificato da Zerph 21/05/2008 13:08]








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