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LA SAGA DELL'EQUILIBRIO

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    Zerph
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    00 12/04/2007 19:27
    VOL.1 - I TRE REGNI


    Questa discussione è PRECLUSA a Dama Shalee, visto che lei ha una copia cartacea del siffatto libro.

    Per gli altri, e in special modo Nebbiolina che ne fece richiesta non posso non dire che io ve l'avevo detto che non era molto conveniente la pubblicazione di tale post.

    Auguri...
    [SM=g27994]m15:


    [Modificato da Zerph 12/04/2007 19.28]








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    Zerph
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    00 12/04/2007 19:31
    .1
    PROLOGO

    Ci sono cose al mondo che consideriamo vere, altre che non possiamo fare a meno che credere pura e semplice fantasia.
    In genere sono le cose che non vediamo ad indurci a pensare che non esistano, ma ci sono delle eccezioni, c'è anche una parte invisibile ma che stranamente riusciamo a considerare come reale e cose che la nostra mente razionale non accetta proprio.
    Ciò che troverete scritto in questo libro fa parte di quest’ultima categoria di cose, difficilmente leggendo e scoprendo i segreti del Creato sarete disposti ad accettarli come un qualcosa di reale, però non tutto ciò che è invisibile non esiste e può accadere che ciò che sembra reale sia solo il frutto della tua immaginazione o il risultato di un'astuta illusione per il cuore e per la mente.
    Questa storia è molto vecchia, la più vecchia di tutte a ben vedere ed è anche molto lunga e per comprenderla al meglio dovremo partire dal popolo della Gente Piccola anche se ciò non è affatto il principio di tutto.
    Partiremo dalle Fate ed i Folletti se il temine vi aggrada di più, in un periodo intermedio della Grande Storia perché in questo tempo viveva un coraggioso quanto fortunato Folletto che raccolse la sfida di catalogare e raccontare la storia del suo Popolo ed è proprio grazie a lui che sono giunte fino a noi le cronache dell’inizio dei Mondi di questa realtà.
    Per cercare di raccontare e farvi comprendere questa storia quindi partiremo da un piccolo popolo fatato che per un periodo della sua esistenza dimorò invisibile all’occhio umano in un bosco profondo ed impenetrabile sulla Terra.
    Se state pensando adesso di chiudere il libro perchè la vostra fredda razionalità vi spinge già a considerare il contenuto di questo libro solo un ammasso di fantasticherie, allora vi consiglio caldamente di farlo perchè continuando a leggere il vostro scetticismo non vi farà sopportare di certo storie di antiche origini della vita nell'universo, guerre tra Regni, magie, incantesimi e oscuri e malvagi signori del Male.
    Credo che storcereste il naso anche nel sentire narrare delle vicende di due piccoli Folletti e del loro nonno, vicende dalle quali dobbiamo forzatamente partire per comprendere la storia.
    Come direbbe Mastro Borger Dilept, se sei semplicemente curioso e quindi stai ancora leggendo, ciò è sufficiente affinché tu sia degno di conoscere la storia delle storie e i segreti che cela, è da vedere poi se sei disposto ad accettare la storia e i suoi segreti...
    Borger Dilept era un anziano e saggio Folletto che viveva a Floorsafoo, la grande città arborea dei Folletti sul pianeta Terra.
    Essa era una città nascosta e seppur allora gli Uomini fossero esseri primitivi, ancora oggi la città rimane un luogo insondabile per chiunque non creda al popolo della Piccola Gente e ciò non sarebbe ugualmente sufficiente per scrutarla.
    Nessuno avrebbe potuto e può ammirare Floorsafoo se non tiene aperto bene il proprio cuore.
    Fu creata nel Regno degli Uomini quando i Folletti e le Fate furono costretti a fuggire dal proprio Regno dopo la Seconda Guerra dell’Equilibrio e cercare rifugio sulla Terra.
    Proprio così, il grande esodo, il più grande esodo che si ricordi le cui cronache sono quasi perdute.
    Ma i Folletti e le Fate non furono le uniche creature fatate costrette all'esilio, nel nostro pianeta ne esistono ancora oggi tante altre che sono andate ad abitare i mari i fiumi ed i laghi e le profondità della Terra.
    Tornando a noi, Borger era uno degli ultimi Folletti viventi che aveva vissuto un tempo nel Regno Incantato, un Regno parallelo a quello degli Uomini e dove ogni sorta di creatura Fatata dopo secoli di guerre era riuscita a guadagnare la pace e aveva cominciato a vivere serena e in armonia.
    Ovviamente non tutti i Folletti di Floorsafoo credevano alle proprie vere origini, non riuscivano a credere alle parole di un vecchio Folletto come Borger anche se la Guerra da egli vissuta era relativamente vicina ai nuovi nati di Floorsafoo.
    Era passato ormai troppo tempo dal giorno della fuga dal Regno, erano molti i Folletti che erano nati a Floorsafoo e anche i loro figli erano oramai entrati nell'età adulta.
    Sapete come accade no? Si nasce e si cresce in un posto con le proprie convinzioni e non tutti riescono a credere a qualcosa che non hanno mai visto.
    Con il passare del tempo anche le creature più meravigliose si affossano nell'incredulità e dimenticano i sogni più belli e i segreti più importanti.
    Accade sempre così, sembra una regola universale e sia che si tratti di Uomini o Folletti o qualsiasi altra creatura dotata di una coscienza e un'Anima, il tempo finisce per annebbiare la mente e ciò che è oramai molto lontano diviene leggenda e diventa difficile continuare a crederci.
    E quando il ricordo confuso, odoroso di leggenda esce debole e annebbiato dalle bocche di chi c'era e ha vissuto tutto, chi estraneo ascolta non può che considerare i fatti distanti da se, troppo distanti per essere un qualcosa che lo possa in qualche modo riguardare.
    Erano quindi tanti a Floorsafoo che non credevano nelle loro antiche origini e questo era un male, per questo Mastro Borger che sapeva dell'importanza di non far dimenticare alla sua gente la verità, trascrisse su svariati libri durante la sua lunga vita a Floorsafoo la storia che in parte andiamo a raccontare in questo libro.
    I suoi due nipotini, Bether e Baltad erano i suoi due più grandi lettori e credevano ciecamente agli affascinanti scritti del nonno, passavano le giornate nella sua piccola ma accogliente casupola a sfogliare i libri da lui stesso scritti ed ogni volta scoprivano qualcosa di nuovo, qualche dettaglio in più che era loro sfuggito.
    Di cose da imparare c'erano tante, una vita di ricerche e scritti del nonno il che era davvero tanto e così Bether e Baltad erano diventati poco a poco due piccoli esperti e conoscevano un sacco di cose e il nonno era molto fiero di loro ed era felice che si appassionassero così tanto alle origini del Popolo Incantato.
    Tra i tanti scritti di Borger quello preferito da Bether era un vecchio libro chiamato "Racconti dai Sottoregni" in cui Borger aveva raccolto le origini del Regno Incantato e i fatti della Prima Guerra dell'Equilibrio nonché un sacco di storie, aneddoti e spiegazioni, descrizioni minuziose di luoghi, piante e animali ed eventi naturali meravigliosi ed erano presenti disegni e schemi di quel luogo da favola dove egli aveva vissuto per un periodo della propria vita.
    Da quando Borger insieme a tutti i Folletti fu costretto ad abbandonare il Regno Incantato per venire a dimorare sulla Terra aveva cominciato a trascrivere tutto ciò che lui già conosceva e a raccogliere informazioni, la sua prima e forse più grande azione nella sua missione di conservazione della verità però non fu la stesura dei suoi libri ma frutto di una casualità, infatti egli la compì di certo involontariamente.
    Borger infatti oltre al ricordo e le conoscenze che aveva dentro, portò con se sulla Terra un frutto di Lamanth, l’albero da frutto più comune del Regno Incantato e quando sulla Terra gli venne affidata una piccola casa dove stare, una delle prime cose che fece fu quella di prendere il seme del frutto che aveva conservato e piantarlo proprio al centro della sua nuova dimora.
    L’albero che era una testimonianza viva del Regno Incantato crebbe e Borger seguì e curò la sua crescita, fu un paziente accudire un qualcosa che oramai non era più comune ma raro, rarissimo perché proveniente da un mondo defunto.
    E l’albero crebbe e negli ultimi tempi arrivò a toccare il soffitto tanto che Borger oramai vecchio e impossibilitato a compiere grandi sforzi dovette chiedere ai suoi due nipoti di aiutarlo per aprire un’apertura nel tetto per permettere all’albero di estendere i propri rami all’esterno.
    Mentre il Lamanth cresceva e lo confortava, ricordandogli che il passato non era stato solo un sogno, Borger trovò ogni giorno la forza di proseguire ed infine terminare la sua opera di ricerca, la raccolta di tutto ciò che conosceva e che poteva reperire per non far morire i segreti del Regno Incantato.
    Lo spirito di conservazione della verità era un impulso che cresceva giorno dopo giorno insieme al germoglio del Lamanth, un impulso di cui Borger fece ragione di vita.
    Baltad invece preferiva i libri di magia, ce n'erano alcuni che non aveva scritto direttamente Borger ma erano i vecchi libri sui quali da giovane egli studiava, ma c'era anche il suo personale grimorio degli incantesimi di cui in verità Borger era molto geloso e non voleva che i nipoti lo sfogliassero.
    Ma in assoluto il libro che di più incantava Bether e Baltad era il libro che Borger aveva intitolato "La Seconda Guerra dell'Equilibrio", quello in cui Borger raccontava la liberazione del Mantenitore, la seconda guerra contro di lui e l'avventura e le vicende che si era trovato a vivere personalmente.
    Un giorno come tanti altri Bether e Baltad andarono a salutare il nonno e come sovente accadeva i due nipoti lo supplicarono di raccontare loro per l'ennesima volta la storia delle storie.
    Sapevano che sarebbe saltato fuori come sempre qualche inedito dettaglio e alla fine riuscivano sempre a convincerlo.
    Il vecchio Borger si comportava sempre nel solito modo, si dirigeva al centro della stanza e dal suo albero di Lamanth coglieva due frutti per i suoi due nipoti.
    Poi come voleva la natura del frutto, Borger lo spaccava a metà e donava la parte buona ai nipoti gettando quella cattiva stando però bene attento a prenderne il grosso seme.
    Il frutto del Lamanth in natura era perfetto, non veniva mangiato dagli insetti e non marciva perchè nessun essere che non fosse dotato di criterio avrebbe potuto mangiarlo, esso infatti nella sua interezza era immangiabile, amaro e viscido al suo interno.
    Era una difesa dell'Albero, infatti il frutto andava diviso in due così che una metà del frutto avrebbe trattenuto l’unico grande seme che avrebbe conferito un cattivo sapore e l'alta metà sarebbe stata di quel dolce sapore tanto amato dai Folletti.
    Borger aveva tentato di seminare altri Lamanth con i semi prodotti dal suo albero, ma ognuno era morto subito dopo il germoglio, forse perché quelli erano frutto di terra umana e non assorbivano la magia necessaria che possedeva il seme originale che Borger aveva portato dal Regno Incantato.
    Eppure dentro di se egli sapeva che quei semi sarebbero potuti tornare utili e istintivamente sentiva che era un grande peccato gettarli, per questo non buttava mai via la parte cattiva del Lamanth prima di aver preso il grosso seme scuro e riposto con cura in una delle sue oramai innumerevoli botti.
    Bether e Baltad erano stati cresciuti a merende di quel dolce e magico frutto ed era diventato oramai un piccolo rito sedersi vicino al nonno e ascoltare la storia mangiando la metà dolce del Lamanth.
    Era un modo per apprezzare ancora di più le parole di Borger, quel frutto bluastro donava alla storia del nonno ancor più veridicità, aveva il compito di ricordare che ciò che Bether e Baltad amavano ogni volta riascoltare non era una semplice storia, seppur così incredibile era reale!
    Borger dopo aver staccato i due frutti che non impiegavano che un sol giorno per rifiorire nel solito punto, si metteva comodo sulla sua poltrona morbida e i nipotini si sedevano a terra vicino a lui e così iniziava la storia che partiva proprio come fosse una favola ma intrisa di un fascino senza nome poiché come il Lamanth ricordava non era solo il frutto della fantasia di un geniale scrittore ma qualcosa di vero, qualcosa di reale...
    Il nonno ogni volta prima di iniziare a raccontare leggeva una strana poesia che si stagliava sola in mezzo alla prima grande pagina del libro, una poesia che parlava di un oscuro signore, di tre stelle viventi, del destino che le legava e il destino di molte altre cose a loro legato.
    Seppur fosse criptica ed ermetica possedeva un che di magico e misterioso e ogni volta che il nonno iniziava a leggerla i due nipoti rimanevano come incantati e non potevano fare a meno di stare li e riascoltare per l'ennesima volta tutta la storia...

















    Loro gireranno la testa al sogno
    Non vedranno oltre le soglie del loro mondo
    La loro anima cederà e i sogni cadranno
    Preparando della Nera Stella il Regno

    E quando il sogno si romperà
    La Bianca Stella cadrà!

    Il crollo avverrà con la disfatta del sogno
    Il cadere sarà l'avvento del suo regno
    E i cristalli del Cancello in frammenti al vento
    Mostreranno lacrime e sangue con colui che un tempo amò senza tormento

    Nacque l'inganno che generò il suo Regno
    E il cuore furente odierà per amore
    Nel sangue il pianto, nella pioggia il tormento

    Il Figlio prediletto con rabbia e dolore
    Vendicherà il suo lamento
    E per amor della pioggia maledirà il suo Creatore

    La Stella Rossa impotente osserverà dall'alto
    L'incessante incedere del dolore straziante
    Il lento marciare dell'adunanza furente
    E il Nero Signore dal dolore costante.


    "di Eud il Glaciale, l'eremita di Kodom"


    << Dovete sapere che le vicende di cui vi narrerò investirono la nostra terra quando essa era già vecchia e piena di cicatrici, la Guerra che ci costrinse all'esilio nel Mondo degli Uomini fu la seconda contro Lug che il nostro popolo fu chiamato a fronteggiare e ancora prima del primo scontro con l'Oscuro Signore, nel Creato erano già in atto forti agitazioni. >>
    Bether e Baltad erano già stati catturati dalle parole del nonno che ogni volta che raccontava della storia Fatata si incupiva intriso forse di una malinconia ferma e stagnante che tornava ogni volta a fargli visita e i suoi due nipoti dopo l'eccitazione iniziale che ogni volta li pervadeva quando riuscivano a convincere Borger a raccontargli la grande storia, si ammutolivano come che il nome dell'Oscuro Signore avesse ancora potere e inducesse rispetto e paura quando veniva pronunciato.
    Ma non c'era tempo per assaporare quella sensazione quasi magica che Lug aveva attraverso le parole rievocato, perchè Borger si era già addentrato nel racconto...
    << La più grande sventura che il nostro Popolo ha attraversato e di cui ho vissuto gli ultimi tristi momenti, avvenne quando nel Creato splendevano ancora lucenti le tre Stelle Primordiali: la Bianca, la Rossa e la Nera.
    La Bianca nacque dal desiderio sopito, la Rossa dal vento mai nato e la Nera dal sole caduto.
    Esse erano le tre Vau primordiali, le Stelle sacre senza le quali nient’altro poteva avere origine perché così fu stabilito dall’Onnipotente e fu stabilito anche che nessuna Vau potesse vivere e coesistere contemporaneamente con le altre.
    Inizialmente non esistevano divisioni nel Creato, tutto venne concepito per vivere insieme e in armonia ma venne poi inevitabile il tempo in cui il Creato fu pronto ad essere diviso in tre Regni ben distinti, due dei quali furono opera di Dio e nei quali poteva avere luogo la vita ed uno l'opera sommamente impura della mano di colui che ancor oggi mantiene l'Equilibrio, Regno grottesco dove la vita non poteva esistere.
    Fu in questo tempo che le Vau furono identificate e chiamate per nome dal nostro Popolo, l’unico a conoscere il ruolo e l’esistenza di tali entità.
    Ognuna delle tre Vau era lo specchio dell'essenza del proprio Regno, ne incarnava le caratteristiche ed influiva su di esso allo stesso modo in cui le forze del Bene e del Male influiscono sulle creature viventi dotate di una coscienza.
    La Vau Bianca fu chiamata Inleas, la Stella degli Uomini, rappresentava il primo Regno concepito da Dio ed era un sole lucente che rischiarava un regno prezioso.
    La Rossa, la Vau che vegliava sul Popolo Incantato fu chiamata Giditas e rappresentava invece il secondo Regno di Dio creato a protezione del suo primo e più importante dominio.
    Era velata di vita e rincorreva il sogno d'esistenza della Stella Bianca e come il vento mai nato invidiava di essere protetta invece di proteggere la cosa più importante.
    Uglas fu il nome dato alla Vau dell’Oscuro, la Stella Nera che mai avrebbe dovuto esistere
    Era una Stella sofferente, un pianto che visse un tempo lucente e magnifico ma che poi divenne buio e tetro cominciando a regnare nel Male e fu soffocata presto nell'amarezza del dolore. >>
    Ciò che davvero interessava a Bether e Baltad però erano le vicende della Seconda Guerra dell'Equilibrio, i fatti che avevano riguardato il nonno e che i due nipoti vedevano come una straordinaria avventura, tuttavia amavano molto la parte in cui Borger aveva descritto la liberazione di Lug e quindi dovevano necessariamente ascoltare anche i fatti antecedenti che portarono al suo imprigionamento e perciò lasciarono continuare il nonno.
    << Arrivò poi il giorno in cui non ci fu più una netta distinzione tra i Regni, ogni Vau non ebbe più il proprio Regno ben definito su cui vegliare e nessuna di essa trovò più ragione di esistere e andò così a formare insieme alle altre Stelle, Ugitleas un'unica nuova Vau, la Stella Aurea che tuttora governa e presiede questo Regno degli Uomini.
    Ugitleas nacque dalla fusione delle tre Stelle per vegliare sul nuovo e unico Regno di Dio rimasto e da quel momento in poi influì e profuse le proprie leggi e guidò i suoi figli nel nome sia della Stella Bianca che della Stella Rossa nate dal volere di Dio, ma anche in parte nel nome della Stella Nera che nacque dalla volontà del primo tra i suoi figli che rinnegando il Padre riversò in essa il proprio dolore e odio.
    Il nuovo Regno fu quindi il risultato dell'essenza delle tre Vau e prese da ognuna le caratteristiche principali e le leggi che regolavano i precedenti Regni, per questo le leggi di Dio e del Bene furono mischiate per sempre con quelle del Male che non fu più così identificabile come un tempo e quindi molto più difficile da eliminare. >>








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    00 12/04/2007 19:31
    .2
    Bether e Baltad conoscevano fin troppo bene tutta la storia, ma stranamente piaceva loro sentirla raccontare nuovamente dal nonno, egli lo faceva meglio di quanto non facessero loro due quando ne parlavano assieme ed era molto espressivo.
    E anche se sapevano quasi a memoria ogni passaggio, facevano spesso domande, medesime domande che avevano tante altre volte posto al nonno ottenendo sempre le solite risposte, il che si trattava oramai più che di domande vere e proprie, di richieste per sentire raccontare determinate cose.
    Per primo questa volta fu Baltad a interrompere la lettura e la storia di Borger.
    << Perchè Lug fu intrappolato al di fori del Magico Cancello? Perchè è così cattivo? >>
    Borger alle parole del nipote che si infransero rompendo l'armonia del racconto, alzò lo sguardo dalle pagine ingiallite del libro e guardando negli occhi curiosi di Baltad sorrise e si apprestò sistemandosi meglio sulla poltrona e a rispondere al nipotino.
    << Oh Lug non fu sempre cattivo, ci fu un tempo in cui era l'orgoglio di Dio, dovreste saperlo oramai... credevo però che questa volta aveste solo voglia di sentire le vicende della Seconda Guerra dell'Equilibrio... ma visto che siete degli inguaribili curiosi vi racconterò tutto per intero, un'altra volta... del resto siete dei Dilept! >>
    Borger tossì e richiuse il libro e si allungò di lato per raggiungere un piccolo scaffale dove era riposto un'altro suo libro che i due nipoti riconobbero subito... "Racconti dai Sottoregni".
    Borger aprì il libro e sfogliò veloce le prime pagine, poi si soffermò a leggere le prime righe e sembrò dopo poco aver trovato il punto giusto.
    << Ah ecco qua, l'origine del Regno Incantato e i fatti antecedenti all'anno zero, bene!
    Come vi ho già detto e come ben sapete ormai, le vicende della Seconda Guerra dell'Equilibrio avvennero quando nel Creato ancora splendevano le tre Vau Primordiali, più precisamente si può dire che la Seconda Guerra iniziò all’incirca nel 2000 dopo il Grande Nulla.
    Il Regno Incantato era vecchio quindi di ben duemila anni quando Lug riuscì a liberarsi e nonostante ciò la vita nel Creato non iniziò certo con la nostra comparsa ma molto tempo addietro.
    In un tempo ancor più remoto della comparsa del nostro perduto Regno, quando il Creato non era Vaucentrico, prima che fossero le Stelle Primordiali a dettare legge non esisteva nessun astro e nessuna galassia dove stelle potessero risplendere e non vi era nessun Regno su cui vegliare.
    In principio era di fatto la perfezione e tutto coesisteva in armonia ed in pace, non esisteva l'odio e non esisteva il Male, preesisteva solo amore, l'amore sconfinato di un Dio giovane e desideroso di vita.
    Prima che esistesse il cielo e la terra fosse poggiata sulle spalle del mondo, prima che qualsiasi creatura vivente potesse spaziare nella realtà dell'universo, prima di ogni respiro e di ogni pensiero, oltre lo spazio ed il tempo era la perfezione quindi, era la purezza di Dio.
    Poi venne creato per la prima volta il tutto, il naturale creato dall'innaturale, le leggi dell'universo forgiate tramite l'incomprensibile, dalla non esistenza l'infinito, eterno profumo senza confini che partorì il tempo senza tempo e venne preparata l'eternità per la vita, per il Creato di Dio.
    Fu a quel punto la materia stessa a vivere e ad avere anima propria e furono gli elementi a svegliarsi ed avere coscienza. >>
    Questa parte era sempre stata la meno preferita da Bether e Baltad, solo ultimamente i due Folletti si erano interessati di più alle origini del Creato intero, forse perchè crescendo riuscivano meglio a capire questa lunga parte descritta nei "Racconti dai Sottoregni" che da piccoli avevano quasi sempre trascurato ritenendola poco avvincente.
    Da poco tempo i due nipotini di Borger cominciarono a fare domande anche sul primo Creato di Dio, in quanto la curiosità a poco a poco stava sbocciando anche per questi antichissimi tempi.
    Bether prese la parola...
    << Nonno, vuoi dire che esistevano esseri fatti di fuoco e di acqua? E che altri di Luce e Ombra parlavano e camminavano nel mondo? >>
    Borger sorrise poiché si era accorto che da qualche tempo i suoi amati nipoti avevano cominciato a nutrire interesse non solo per l'avventura da egli vissuta ma anche per le più antiche origini della vita nel Creato.
    << Non esattamente Bether, non esistevano individui nella prima visione di Dio della vita, egli piuttosto conferì coscienza e pensieri agli elementi che creò, invero essi vivevano in tutto il mondo come entità enormi e persistenti.
    Da principio Dio creò due elementi base che scaturivano naturalmente dalla sua magnificente essenza devota all'equilibrio eterno, per questo presero forma da un unico punto d'essenza il Fuoco che bruciava e l'Acqua che fluiva, l'opposto universale del Fuoco, ma tutto viveva ancora all'oscuro di tutto e così Dio emanò un terzo elemento, la Luce che rischiarava il Fuoco e l'Acqua e che con un sospiro riempì ogni spazio, tutto in un attimo infinito.
    Di conseguenza dalla Luce nacque l'Ombra che altro non è che la vita della coscienza quando la Luce non è.
    Nel primo Creato di Dio ogni cosa veniva inizialmente condivisa senza che niente limitasse o frenasse il desiderio di esistere in armonia e non esistevano confini dentro i quali rimanere.
    Si poteva in un attimo essere ovunque e vivere di ogni cosa e in ogni cosa all'infinito ed ogni pensiero era comune al Tutto, ogni cosa si muoveva tramite l'amore di Dio che esso aveva voluto donare ad ogni elemento in un'inconcepibile flusso di vita perfetto e la materia acquisì coscienza e volontà.
    Ma la perfetta armonia svanì immediatamente non appena Dio cercò di renderla possibile, svanì all'istante perché condividere non sarebbe bastato a nessuno e dal nulla nacque il desiderio di possedere il Tutto!
    Tanto tempo fa quindi, prima di ogni altra cosa era già la guerra, prima del tempo, quando ancora l'infinito era giovane e spaventato dall'eternità era già in atto la più grande guerra mai svoltasi.
    Nel manto nero che ricopre l'esistenza di tutto, disseminati e impazziti fremevano i mondi, le stelle ed i pianeti formavano sistemi solari, che formavano galassie, che formavano universi e universi e universi, galassie sterminate, appena nate e già infinite ma desiderose di esistere.
    E tutto ciò che fu creato da Dio per i suoi Elementi fa oggi parte del dominio degli Uomini, tutto l'universo e la sua infinità appartiene in questo tempo all'Uomo. >>
    Baltad non rimase indietro e come il fratello anch’esso si apprestò a domandare al nonno, anche perchè conosceva peggio di Bether le origini del Creato in quanto egli era più attirato dalla magia che dalla Storia.
    << E il nostro antico Regno Incantato quando fu creato da Dio? >>
    Borger rispose subito a Baltad anche se la sua domanda tradiva impazienza poiché Borger era ancora lungi dall'arrivare a narrare di come e perchè il Regno e il Popolo Incantato furono creati da Dio.
    << Oh, noi comparimmo molto dopo e ironia della sorte noi fummo creati grazie alla malvagità di Lug, senza la sua furia noi non esisteremmo... Lug fu l'inconscio artefice della nostra venuta e il conscio protagonista della nostra cacciata dal Regno Incantato.
    Ma dove eravamo rimasti? Ah si, alla cattiveria degli elementi...
    Dopo un sonno di fredda memoria eterna la coscienza iniziava a diffondere il suo cancro rivelando la natura di contraddizione universale di un Dio giovane, un Dio che crea ma mai distrugge perché ogni cosa ha diritto di esistere e di poter scegliere, anche di poter scegliere di odiare il suo Creatore, anche di poter far del male! Ogni cosa è figlia di Dio...
    Ed iniziò così quella che sarebbe stata l'eterna lotta tra Acqua e Fuoco, Tra Ombra e Luce!
    Cominciò lo scontro più cruento che mai aveva avuto luogo, il primo scontro tra il Bene ed il Male che ogni altro elemento affascinano e seducono, usandolo per i propri scopi e fini.
    Così nacque il Male, accanto all'amore di Dio ora c'era anche la sua eterna sofferenza e il suo dolore infinito per aver creato qualcosa che non desiderava amare come lui, ma schiacciare ogni altra cosa ad avere tutto per se.
    Per il dominio della materia e quello che materia non è, da sempre pareva a Fuoco ed Acqua odiarsi per la contrapposta propria essenza e dal solito sentimento erano animati anche Ombra e Luce, solo il Bene non odiava il Male e non desiderava distruggerlo ma solo fermare il suo operare.
    Il Male più di ogni altra cosa odiava il Bene...
    Il Buio avanzò vorace, l'Ombra cominciò a coprire con il suo mantello nero quanto più poteva e ad allungare le sue lugubri mani su tutto ciò che riusciva a raggiungere.
    La Luce cominciò ad occupare quanto più spazio possibile con il suo lungo vestito lucente, impalpabile e scintillante non permettendo con tutte le sue forze che l'Ombra potesse oscurare il suo chiarore.
    E l'odio tra Ombra e Luce si fece tanto intenso che la battaglia diventò presto estenuante, ogni crepa, ogni interstizio, ogni zona che la Luce si scordava o non riusciva a raggiungere veniva occupata dall' Ombra.
    Ogni zona esposta, ogni superficie che l'Ombra non riusciva ad oscurare con il suo mantello veniva rischiarata ed illuminata tanto forte da sembrare quasi uno sberleffo, una sfida nei confronti dell'Ombra.
    E non ci fu più armonia tra gli elementi, non fu più possibile coesistere e condividere le stesse cose contemporaneamente come nella mente di Dio.
    L'Ombra rubò la notte, la Luce il giorno, l'Acqua per sfida al Fuoco si fece più forte e si ghiacciò credendo di poter vincere il Fuoco in questo modo ma il Fuoco non riusciva a resistere a questa provocazione e con il suo grande calore sciolse l'armatura di ghiaccio che l'Acqua si era costruita e da dentro la quale aveva sfidato il suo eterno nemico.
    Seppur con difficoltà il Fuoco distrusse l'armatura dell'Acqua e ridendo del suo potere morì tante, tantissime volte perché la fortezza della sua nemica che con tanta soddisfazione aveva espugnato, non era altro che l'Acqua stessa non più pura ma inquinata da gelati pensieri di odio.
    Morì ogni volta in questo modo il Fuoco, ma fu felice di morire perché spegnendosi portò con se verso la morte anche l'Acqua che scompariva nell'aria precipitata tra le sue braccia di fiamme.
    E frutto di ogni loro scontro rimaneva ogni volta solo il vapore, l'abbandonato figlio infelice dell'odio più buio.
    Non c'è tregua, non c'è amore quando quel profondo odio nero e freddo ti acceca fino a farti scordare infine persino il motivo per cui odi in maniera così intensa, eppur continui ad odiare.
    E l'Acqua ed il Fuoco non smisero mai di odiarsi, non smisero mai di morire abbracciati per l'eternità, Fuoco ed Acqua si diedero battaglia per affermare la propria essenza sull'altro e in eterno Ombra e Luce tirarono incessantemente la fune dalla propria parte, non ottenendo mai più di tanta corda.
    L'Ombra non prese mai il sopravvento sulla Luce ed essa non scacciò mai via l'Ombra della sua vista e dalle cose che tenebrosa copriva.
    Fuoco cercò sempre Acqua per dimostrare la propria superiorità, convinto che nello sconto sia infine lui ad essere il vincitore e Acqua mai una volta fuggì dal Fuoco e mai ignorò una provocazione di sfida, convinta che nello scontro sia comunque sempre lei la vittoriosa.
    Il Male mai capì che non è una sconfitta ricredersi e pentirsi, non è atto di debolezza chiedere perdono, il Bene mai riuscì a far capire questo al Male. >>
    Ancora una volta una voce che si intrometteva estranea nelle parole dal tono quieto e calmo di Borger ruppe la continuità della storia.
    Erano quelle di Baltad che era particolarmente incuriosito ora dal fatto che gli elementi della natura vivessero un tempo come enormi esseri dilatati su tutto il territorio disponibile.
    << Che ne fu degli elementi Nonno? >>
    Borger dopo aver dato un'occhiata al nipote sembrò come non considerare la sua domanda ritornando veloce con gli occhi sulle righe del libro e riprese a leggere, ma in realtà stava esattamente rispondendo a Baltad.
    << Dio crea ma mai distrugge perchè ogni cosa è figlia di Dio, ricorda questo Baltad, ricordalo sempre.
    Dio tolse il libero arbitrio e la coscienza ad ogni elemento ma non distrusse ciò che aveva creato perchè il potere di distruggere così facilmente ogni altra cosa, poter odiare così fortemente, di un odio così puro e profondo non poteva appartenere al Regno di Dio.
    Con la più grande sofferenza divina vennero messe a tacere le coscienze degli elementi, la loro natura venne conservata ma la volontà di agire gli fu tolta per sempre.
    L'Acqua continuò a spegnere il Fuoco e a morir con lui ogni volta e Ombra e Luce non poterono mai vivere contemporaneamente ma solo sfiorarsi senza mai toccarsi.
    Tutto continuò ad esistere e se si fosse potuto vedere quel mondo non si sarebbe notato cambiamento alcuno, però niente più agiva volontariamente, niente più odiava nient'altro ma nemmeno amava, era di nuovo la perfezione e l'amore di Dio, da solo con la sua infinità. >>
    Tutto ciò aveva cominciato nella mente e nei cuori di Bether e Baltad a colorarsi di magia e tante domande stavano sortendo in loro, mai i due piccoli Folletti avevano dimostrato tanto interesse per il primo Creato e ad essi parve come di scoprire una nuova storia incredibile che avevano avuto sempre ascoltato distrattamente e di cui ora si rendevano conto appieno.
    La prima cosa che a Bether venne da chiedere al nonno fu come egli potesse conoscere tali cose visto che riguardavano un Mondo assai più antico dell'origine del Regno Incantato stesso.
    << Nonno, ma come fai a conoscere tutto questo? >>
    Borger guardò il suo nipote e richiuse il libro tenendo il segno con le dita, sembrava pensieroso e il suo sguardo ora si era alzato sopra la testa di Bether e fissava nel vuoto.
    << E' la cosa che in assoluto non mi spiego, credo che non saprò mai chi egli fosse e come facesse a conoscere tutto quello che mi rivelò.
    Dovete sapere che nei tempi della mia giovinezza, quando vivevo a Tirfo Thuin nel Regno Incantato, si sentiva narrare di uno strano Folletto eremita che viveva solitario in una caverna in cima alle più alte vette di Kodom.
    Esso veniva chiamato Eud il Glaciale poiché si riteneva impossibile che si potesse sopravvivere sulle cime innevate di Kodom.
    Le canzoni dei Folletti dicevano che egli era un Primogenito che inspiegabilmente perdurò quando tutti i suoi fratelli perirono di vecchiaia, egli era ancora giovane e forte quando il suo Fratello minore Eulf era oramai un vecchio decrepito impossibilitano a volare.
    Si diceva che egli era anche assai più resistente al dolore, alle ferite e ai malanni e si raccontava che compì eroiche gesta durante la Prima Guerra dell'Equilibrio.
    A poco a poco egli vide morire tutti coloro che amava e ciò lo riempì di dolore, perciò decise di isolarsi da tutti e si rifugiò nelle più alte cime di Kodom, dove nessun altro poteva trovarlo.
    Quando noi tutti fummo rifugiati sulla Terra io cominciai a scrivere i miei libri, ma dopo un po’ mi resi conto che non avrei saputo nulla dei tempi antichi oltre a qualche canzone e leggenda assai vaga e la mia ricerca sarebbe stata circoscritta ai fatti del solo Regno Incantato.
    Mi misi alla ricerca di Eud quindi e quando oramai fui quasi convinto che egli non esistette mai, mi furono date indicazioni per trovarlo in quanto anch’esso era fuggito sulla Terra come tutti quanti del resto.
    Quando lo incontrai non solo mi rivelò tante cose del Regno Incantato che ignoravo, ma mi rivelò come speravo la verità antica, mi raccontò di cose assai antecedenti alla comparsa della nostra specie. >>
    Era visibile negli occhi di Bether e Baltad che per la prima volta ascoltavano ciò la curiosità di sapere altro, ma videro che lo stesso Borger aveva gli occhi persi poiché anch’esso avrebbe voluto conoscere la vera identità di Eud, ma tale rivelazione gli fu negata.
    Poi Borger scrollò l'opacità dai suoi occhi e aprendo di colpo il libro alla pagina alla quale era rimasto continuò a leggere.








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    00 12/04/2007 19:35
    .3

    << La cosa più importante che Eud mi rivelò è che senza il libero arbitrio non ci può essere vita, non ci può essere il vero amore, esso è un sentimento infinito e inesauribile.
    E' l'unica cosa che può far comprendere in minima parte ciò che è Dio ed è reale solo quando senza imposizioni si ha il desiderio di proteggere, di far star bene, di conservare e ammirare qualcosa, qualcuno.
    Per questo Dio creò ancora, una seconda volta, creò donando libero arbitrio, elargendo coscienza e possibilità di scelta ma questa volta però non agì direttamente sul Creato.
    La sua essenza era troppo forte e non gli permetteva di dar vita ad un Creato perfetto che potesse perdurare perchè il suo grande amore finiva per non permettergli di stabilire dei vincoli, delle strade difficili e dolorose per i suoi figli, necessarie per il mantenimento dell'Equilibrio.
    Per questo Dio diede forma a sette potenze che facevano da tramite tra di lui ed il Creato, le sette Emanazioni Armoniche del Creato fungevano da filtro alla sua sconfinata potenza e vincolavano le scelte di Dio in soluzioni che seguivano schemi di sentimento.
    Queste sette potenze si materializzarono all'istante nel momento in cui Dio decise di voler dar vita ad un Creato che potesse perdurare, anche a patto di non creare qualcosa di assolutamente dominato dal Bene. >>
    E furono ancora voci estranee ad interrompere la fitta lettura di Borger che adesso stava assiduamente leggendo, parola per parola.
    Quelle erano le esatte frasi che aveva dettato lui Eud, a Borger non fu concesso fare domande ma solo scrivere frettolosamente ciò che Eud volle ad esso dire.
    E tutto avvenne quel giorno molto velocemente perchè Eud aveva poco tempo e quel tempo era assai prezioso e non poteva essere usato per togliere minuti a ciò che Eud aveva premura di dire.
    Bether e Baltad stavano perdendosi e interruppero il nonno per chiedere spiegazioni.
    << Emanazioni... armoniche? >>
    Borger che adesso teneva il libro aperto appoggiato sulle ginocchia, puntò il dito per non perdere il segno e alzò la testa rivolgendo lo sguardo ai nipotini.
    << Mi sono interrogato a lungo sul senso di queste frasi, sono la cosa più preziosa che esista sebbene nessuno lo giurerebbe mai.
    Non è difficile capire di cosa parlano, narrano di ciò che avvenne prima di ogni altra cosa, si può dire che siano alcune pagine del diario personale di Dio...
    Il motivo per cui queste cose accaddero però è assai più difficile da comprendere, credo non si possa e non si debba tentare di capire i motivi per cui Dio permise tutto questo, sembra quasi che Dio procedette per tentativi vero?
    Sapete, la cosa che di più mi ha colpito quando incontrai Eud grazie agli Gnomi che mi aiutarono a trovarlo, furono i suoi occhi, era preoccupato, come che il rivelarmi quei segreti fosse cosa da non fare e da un concetto era particolarmente ossessionato.
    Mi ripeté moltissime volte questa frase: "Dio crea ma mai distrugge perchè ogni cosa è sua figlia".
    Comunque tutto ciò che posso dirvi io è ciò che è scritto in questo libro, non domandatemi nulla perchè come voi anche io ignoro i veri motivi che portarono al verificarsi degli ancestrali fatti. >>
    Borger rimase per qualche secondo con gli occhi fissi nel vuoto, poi si scrollo di dosso un sacco di domande senza risposta che stavano cominciando ad affollarsi nella sua testa, abbassò il capo e continuò a leggere dal punto in cui si era fermato e che il suo dito ancora indicava.
    << La prima armonia è l'Amore che sta alla base della piramide e dalla quale nascono tutte le altre sei armonie conseguenti che sono Riflessione, Morte, Oscurità, Nascita, Incoronazione ed Essenza.
    Una volta che i sette equilibri andarono a permeare il Creato, cominciarono ad influire sull'universo e quando Dio volle creare il suo primo figlio con il desiderio di dar vita alla vita che perdura, ognuna delle sette armonie vibrò fortemente ed ognuna influì sul Creato per dar voce al volere dell'Onnipotente.
    E così nacque dal nulla una nuova creatura su un piccolo pianeta nello sterminato universo quale è oggi conosciuto come la Terra e per assecondare il volere di Dio ad essa fu dato dalle sette Armonie ogni sorta di potere.
    Le venne donato ogni potere ed ogni qualità in modo che non fosse costretta ad invidiare qualcosa che non poteva avere e le vennero date le caratteristiche di ogni elemento, fu creata con l'essenza di ogni altra cosa ed ogni sua proprietà, in se coesistevano tutti i poteri e quando l'opera fu compiuta essa fu chiamata Aleph, il primo figlio di Dio.
    Per non farla soffrire le venne donata anche la possibilità di creare attraverso l'amore ciò che voleva, il potere di crearsi da se qualsiasi cosa se ne sentiva il bisogno.
    Dio operò così nel suo secondo Creato e basandosi sull'Amore e le caratteristiche che davano vita al suo primo figlio, volle rendere partecipe della sua voglia di vita tanti altri futuri figli, volle ancora una volta far regnare solo il Bene nel suo Regno seppur questa volta lasciò fare per se agli equilibri che aveva stabilito.
    E sembrava che finalmente Dio avesse raggiunto il suo scopo, il primo figlio di Dio amava quanto lui, non conosceva l'odio e infinitamente gioiva in pace per le cose create dal Padre.
    Creò per se ciò che desiderava e che ancora non esisteva, amando sempre di più, rispettando le regole del Creato, arricchendole e completandole e il suo mondo infinito si popolava delle sue visioni, dei suoi piaceri e dei suoi desideri che diventavano realtà e si integravano in perfetta armonia con tutto il resto.
    Ogni cosa creata riceveva rispetto e amore perché era proprio questo che riempiva il cuore di felicità del primo figlio di Dio, il rispettare e prendersi cura, godere e gioire, interagire ed osservare con ammirazione ed orgoglio ogni cosa che faceva parte del mondo. >>
    Baltad e Bether sembravano non aver sentito ciò che aveva detto loro il nonno poco prima e per la loro innata voglia di conoscere continuarono a chiedere a lui.
    Fortunatamente questa volta le loro domande non furono sul perchè si verificarono questi fatti, ma su cose alle quali Borger potè rispondere.
    << E' qui che il Figlio di Dio cominciò a disfare il Creato? >> chiese Bether ansioso, e Borger che era abituato alle continue interruzioni dei nipoti continuò a leggere perchè sapeva che la risposta anche questa volta sarebbe arrivata continuando a leggere poche righe più in basso.
    << Aleph, così si volle far chiamare il primo figlio di Dio che cominciò un giorno ad avere una personalità ed un fascino tutto proprio, diventò tanto meraviglioso per la sua autonomia e unicità che con il tempo cominciò a non essere più dipendente e riconoscente verso colui che lo aveva creato e il frutto dell'Amore di Dio si tramutò ben presto nella croce e nella delizia al tempo stesso del suo creatore.
    La curiosità innata, dal profondo ricercata e sulla pelle scolpita come i raggi della Sella Bianca, cominciò a divenire nel Figlio di Dio bisogno.
    E il bisogno si tramutò in volontà e la volontà divenne ossessione, l'ossessione ragione di vita e impunemente colui che fu creato per amore mise mano a ciò che il proprio padre aveva creato per lui, ritenendosi ora insoddisfatto, pretendendo di dover cambiare tutto con la presunzione di poter cambiare tutto.
    E dal quel momento non creò più con rispetto e ciò che già esisteva non ricevette più il rispetto che fino allora aveva ricevuto, Aleph diede vita a nuove regole per il suo mondo, creò meccanismi che illudevano di dare orgoglio a chi li aveva stabiliti facendolo sentire padrone di ogni cosa e pretese così ben presto il posto del padre e non riuscì più a trovare il piacere nell'osservare meravigliato ciò che non poteva capire.
    Perse la chiave per godere dell'incomprensibile perchè volle sapere, volle conoscere tutte le verità scordando che non c'è cosa più meravigliosa di sapere che qualcuno pensa per noi, senza che si debba per forza conoscere tutto noi stessi.
    Un giorno il Figlio di Dio desiderò e creò la pioggia, spesso soffermandosi ad osservare quello che la sua fantasia senza tempo gli aveva sussurrato dolcemente si meravigliava di quanto ciò da lui creato appartenesse si alla propria sensibilità, ma allo stesso tempo crescesse e vivesse indipendentemente da lui.
    Creò la pioggia che gli parve da subito originale, talmente tanto che dovette attribuirgli un ruolo in quanto una cosa tanto bella non doveva apparire inutile e così tramite i suoi sogni ora inquieti, tramite i suoi pensieri che attraversando la sua mente universale producevano effetti costanti sul mondo, legò indissolubilmente da quel giorno in eterno la pioggia alle piante che già esistevano nel mondo e ne creò altre per rendere ancor più giustizia e coerenza al ruolo della pioggia.
    E creò poi nuove forme di vita assolutamente dipendenti da essa e processi ed eventi naturali legati alla pioggia e non appena i cambiamenti da lui decisi avevano luogo nel mondo si presentavano nella sua mente le conseguenze e le ripercussioni delle sue scelte.
    Egli era di continuo assorto nei pensieri della creazione, nello stabilire processi e meccanismi coerenti tra le azioni, i ruoli e le conseguenze del suo creare.
    Un giorno Aleph osservando la pioggia si senti infinitamente triste e solo e come mai prima di allora aveva fatto desiderò cambiare questo, desiderò non essere più solo.
    Desiderò una creatura come lui accanto a se così tanto intensamente che non servì nemmeno la volontà di avere qualcosa ma senza che se ne rendesse conto la pioggia divenne una cosa allegra e gioiosa che lui mai smise di amare.








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    00 12/04/2007 19:36
    .4
    Nacque in un giorno di pioggia oscura
    Nacque Lein
    E con lei la paura

    Paura di vuoto
    Paura di nero
    L'amore nel buio divenne canto severo

    Severo e ribelle
    Il cuore di un Dio tutti odierà
    Fondendo le Stelle

    Solitudine e Amore, Vendetta e Furore
    Lacerano a calci
    Il cuore sovrano dell'Oscuro Signore

    Ne vita, ne sogni, ne colore e piacere
    Sola l'anima si volterà
    Maledicendo un Dio carceriere.

    Aleph mai più smise di amare la pioggia perché è da essa che lui vide nascere Lein, quel qualcosa che come lui era onnipresente nel mondo, che viveva ovunque in qualsiasi momento, che occupava tutto lo spazio disponibile, contraendosi ed espandendosi nell'universo.
    E la sua meraviglia fu disarmante perché per la prima volta ebbe la sensazione che essa veniva come un dono dal cielo, essa era talmente decisa ad esistere e amarlo che pareva al Figlio di Dio che si fosse creata da sola attraverso la pioggia in cui lui aveva riversato la sua solitudine.
    Come mai aveva fatto amò quella nuova creatura che come la pioggia che bagnava il suo viso scendeva dal cielo e lo veniva in eterno ad accarezzare.
    Si amarono infinitamente, in un modo inconcepibile, con il proprio mondo a disposizione.
    Ma si sa, niente dura in eterno... tutto muta, tutto cambia, è qualcosa di inarrestabile che va oltre anche il potere di Dio.
    Anche questa meravigliosa creatura come Aleph desiderò un giorno creare qualcosa per se e gli venne permesso senza limitazioni e anch’essa creò cose meravigliose che stupivano il Figlio di Dio, che stupivano Dio stesso per il disarmante amore da cui prendevano vita, per il grandissimo bene con cui venivano forgiate.
    Un giorno anche Lein desiderò creare un essere come lei e lo creò perché così gli era stato permesso di fare e lo amò infinitamente.
    Così ogni creatura creata inevitabilmente poi sentì il desiderio di creare e creare e creare ed amare e il mondo fu in un attimo pieno di figli e figli e figli e Dio vide d'improvviso tantissime carature dal cuore spezzato che conoscevano il dolore lacerante e straziante di essere abbandonati da ciò che amavano più di ogni altra cosa, abbandonati da amori da loro stessi creati.
    E' un dolore che ti lacera il petto, è un pianto che implode nell'Anima e non ti lascia spiragli e speranze, ti soffoca e ti opprime e se cerchi di allontanare questo dolore ti senti solo in mezzo a folle veicolanti e dai finti sorrisi e tutto si rabbuia e si crede di non poter più continuare a vivere...
    Il Figlio di Dio conobbe per la prima volta il dolore e la sofferenza più buia, emozioni che non conosceva e che gli pareva lo squartassero e lo ferissero all'infinito nell'Anima e per la prima volta odiò.
    Il Male aveva trovato per la seconda volta il modo per insinuarsi e radicarsi profondamente nel Regno di Dio così Aleph avvertendo delle nere presenze che invadevano il bel mondo, gridò il suo odio e il suo dolore al Padre e Dio rispose senza però ascoltare il suo lamento... >>
    Borger era arrivato in uno dei punti in cui Bether e Baltad rimanevano particolarmente in silenzio ad ascoltare senza interrompere.
    E quel giorno in special modo questa parte sembrava loro ancor più oscura e terribile perchè erano ancora emozionati per il racconto del primo Creato e della cattiveria degli elementi che aveva conferito alla storia di Lug maggiore chiarezza. Borger continuò...
    << Dio crea ma mai distrugge, ogni cosa è figlia di Dio.
    Con la più grande sofferenza divina, Dio mise a tacere le coscienze di tutte le creature e per un attimo ci fu pace e i cuori si acquietarono, ogni sentimento svanì ma Dio non distrusse nessuno dei suoi figli, ridonò loro coscienza e volontà successivamente.
    Gli unici ad assistere consciamente alla potenza benevola di Dio furono Aleph e Lein che si sentirono impuri.
    Venne conservata la natura di tutti ma ai figli di Lein venne tolto loro il potere di Dio, venne tolta loro la facoltà di creare dal nulla creature coscienti e così, lentamente il loro dolore fu placato e tutti smisero di piangere per essere stati abbandonati, ora Dio li accoglieva tutti nel suo grembo.
    E' proprio così che nacquero gli uomini, dalla menomazione dei poteri divini presero vita i primi uomini a calcare il pianeta ed essi erano in principio un popolo molto diverso da come lo sono oggi, erano gioiosi e felici e le diversità erano incentrate soprattutto nella loro essenza estremamente dissimile da quella che li contraddistingue oggi, ma anche nell'aspetto e nelle caratteristiche di specie, difatti non possedevano la bocca incarnando in ciò la forma e la caratteristica principale di Lein, colei dalla quale il primo uomo prese vita.
    Non avevano bocca perché comunicavano con il pensiero anche se nel loro Regno erano sufficienti i soli gesti perché ognuno capiva gli altri e sapeva sempre cosa fare senza che nessuno fosse costretto o avesse il privilegio (a seconda dei punti di vista) di poter comandare agli altri cosa fare.
    Più semplicemente come direbbe il saggio, non sono necessarie le parole nel regno che non contempla il Male e in cui non esiste il pregiudizio e nessuno ha secondi fini in quanto tutti possono avere ciò che desiderano perché tutti rispettano gli altri e in primo luogo se stessi non venendo mai meno a quelli che sono i propri doveri.
    E tutti hanno il piacere di godere senza mai sentirsi di troppo sapendo che gli altri ti rispetteranno sia nel momento in cui richiederai il beneficio dei tuoi diritti sia quando espleterai i tuoi doveri.
    E' vero anche che senza i poteri di Dio di tanto in tanto gli uomini soffrivano, ma era una variabile accettabile visto che in questo mondo davvero non esisteva l'odio ed il dolore.
    Gli uomini possedevano la sensibilità e l'estro ereditati seppur in piccola parte da Aleph e Lein, sensibilità di cui ancora oggi sono i degni rappresentanti tra tutte le creature e non erano infettati dall'odio e dai cattivi sentimenti.
    Si, gli uomini non erano infettati dai cattivi sentimenti e dal Male originariamente, conoscevano l'enorme cattiveria che lo muoveva ma esso non attecchiva nei loro cuori ma anzi faceva loro capire l'enorme bellezza magnificente del Bene.
    E' proprio questa la chiave per il dominio del Bene nel Creato!
    Bisogna lasciare un po' di spazio al Male che deve mostrarsi nella sua orribile essenza per far si che gli esseri viventi possano scegliere il Bene capendo quanto sia orribile il Male.
    Gli uomini e tutte le creature dotate di anima e coscienza si elevano davvero nei puri ideali solo quando sono immersi nel Male che li circonda.
    Gli uomini quindi mantenevano in loro il Bene, proteggendolo, conservandolo e su di esso basavano il loro primo mondo e ogni cosa che vi facesse parte.
    Uomini, che tanto sono minacciati dal Male ma che per assurdo sono gli unici che possono davvero amare avvicinandosi a Dio. >>
    Baltad prese la parola. << Perchè Dio non ha tolto i poteri anche ad Aleph? >>
    Borger rispose subito, tanto velocemente quanto Baltad aveva posto la domanda.
    << Bella domanda! Bella domanda... peccato che io non abbia la risposta...
    Posso solo ricordarti quello che ossessionava Eud... Dio crea ma è impossibilitato a distruggere perchè tutto ciò che prende vita dalla sue mani ha diritto di vivere e non deve essere successivamente distrutto.
    Certo ciò che conosceva Eud non è detto che fosse la giusta risposta a questa domanda, ma chi può dare la vera risposta?
    Bhe, credo soltanto Dio, solo lui e se vuoi saperlo, ma che resti tra di noi, non penso che verrà oggi a dircelo. >>
    Una risata scoppiò tra Baltad e Borger e presto anche Bether vi si unì, poi il nonno continuò a leggere e presto la seria e magica quiete calò nuovamente nella stanza.
    << Ad Aleph e Lein Dio destinò invece una strada dolorosa ed essi non sarebbero stati i soli a dover sopportare il peso delle leggi divine, nel disegno di Dio ci sarebbero stati da quel momento in poi coloro che ogni istante ed in eterno avrebbero vissuto fianco a fianco con i vincoli e il forte potere della Creazione.
    Ad essi non fu tolto il potere di creare poiché tale peculiarità faceva parte della loro stessa Anima e levando loro ciò sarebbe stato come ucciderli brutalmente.
    Però Dio tolse loro la capacità di creare esseri dotati di una coscienza, di un cuore e di una mente, avrebbero solo potuto creare ciò che fa parte del mondo materiale e dei sembianti che avrebbero agito nel mondo animati solo dai sentimenti dei loro padroni creatori.
    Nel terzo Creato di Dio infine esisteva quindi in parte anche il Male, ma esso non riusciva a prendere il sopravvento sul Bene come in precedenza era accaduto ma anzi era proprio esso mostrando tutto il suo raccapricciante orrore a fornire agli uomini una scelta e fargli comprendere quanto fosse importante lottare per far si che il Bene trionfasse sempre sul Male.
    Non può esistere un regno dove esista solo il Bene perché in questo modo ogni cosa, ogni essere o elemento non farebbe nulla per difendere e proteggere il Bene in quanto esso sarebbe considerato la normalità e dato per scontato.
    Sul nuovo Creato di Dio vegliava ora una bianca stella sopita, Inleas la Stella Bianca era nata, scaturita dalla forza benevola di Lein, da quella stessa forza con cui Lein creò il primo uomo primordiale.
    Era un sole lucente Inleas e si poteva ammirare luminosa e splendente ovunque ci si trovasse.
    Aleph maledisse il suo Padre che quindi non lo avrebbe mai liberato dalle sue pene, non avrebbe soddisfatto il suo volere e intraprese quella strada che lo portò successivamente ad essere dimenticato come Alpeh il Figlio di Dio per cominciare ad essere chiamato Lug, colui che è caduto. >>
    Era da un po’ che Bether cercava di prendere la parola, ma Borger che lo aveva notato aveva anticipato le frasi per giungere alla fine del concetto e solo quando Borger giunse al punto Bether riuscì a prendere la parola.
    << E' qui che fu creato il Regno Incantato vero? E' qui che nasce il nostro Popolo. >>
    La risposta arrivò con calma, la bocca di Borger si era seccata ed egli aveva bisogno di bere.
    Si alzò dando i libro aperto a Bether che lo tenne ben aperto sorreggendolo dal basso con tutte e due le mani per non farlo richiudere e perdere il segno.
    << Esattamente Bether, proprio così, fu grazie all'odio di Lug che Dio creò tutti noi non appena Lug diede origine al suo Regno d'Ombra che cominciò ad invadere e mangiare ogni altra cosa. >>
    Borger giunse in una piccola stanza laterale e bevve un sorso d'acqua, poi fece per tornare dai nipoti, passò accanto a loro che stavano leggendo le parole che poco prima il nonno aveva letto loro e si risedette nella comoda poltrona.
    Trasse un sospiro come rigenerato dalla fresca acqua e riprese dalle mani di Bether il libro per continuare la lettura.
    << Lug fuggì da tutto ciò che era stato creato per lui perchè non aveva più nulla a che spartire con quel mondo e così tramite il suo nuovo e straziante dolore creò un Regno fuori del tempo, un posto dove la sua sofferenza e il suo odio potessero sfogarsi e imperversare su tutto infrangendo le leggi di Dio.
    Come per ribellione e sfida fece sì che il suo volere potesse schiacciare ogni altra cosa in esatta contrapposizione di ciò che accadeva nel Regno di Dio ora popolato dai primissimi uomini, Regno dove invece ogni cosa viveva in perfetto equilibrio e nel rispetto reciproco.
    Il Figlio di Dio si rifugiò nel suo nuovo mondo e sulle fredde fondamenta del Regno Oscuro covò in silenzio la sua vendetta.
    Una Stella Nera, simbolo del figlio di Dio era nata e vegliava solenne come un sole caduto sul Regno d'Ombra, fu da quel giorno Uglas, la Vau Nera a vegliare sul nuovo Regno cupo del Figlio di Dio rinnegato.
    Nel Regno d'Ombra non esiste la vita e non esiste il tempo che sono elementi propri dell'universo e del Regno degli uomini, qui invece tutto muore di continuo in un eterno pianto.
    Non esiste organizzazione e armonia, non esistono leggi che regolano l'esistenza perché l'esistenza stessa non è certa e ogni speranza di quiete viene stroncata alla radice e frantumata all'istante.
    Non esistono re, governatori o sovrintendenti ma solo il volere sovrano di Sire Lug che presiede su ogni cosa da lui creata e poi imprigionata nella sua buia prigione dell'Anima.
    Ogni elemento imperversa impazzito sulla materia e sull'antimateria fuse insieme in un raccapricciante groviglio di nulla e risponde solo al volere dell'unico sovrano del Regno, l'oscuro Angelo caduto Lug, il figlio maledetto di Dio.
    Nel Regno d'Ombra non si può mai dire se il fuoco che d'improvviso avvampa si spegnerà di lì a poco o personificando l'odio di Lug si estenderà come un muro informe e minaccioso per valli e valli.
    Vedendo aprirsi una voragine nel terreno è impossibile stabilire se la falda fermerà il suo vorace dilaniarsi o continuerà ad ingigantire il suo raccapricciante sorriso che specchio sul mondo della collera infinita di Lug, da luogo a terremoti che scuotono l'ossatura dell'intero Regno...
    Gli elementi non rispettano nessuna regola e avvampano, scorrono, fluiscono e vivono, muoiono e rinascono senza logica e ragione alcuna.
    L'unica legge che sembra perdurare, coerente nella sua persistenza è la legge della pioggia, nel Regno d'Ombra infatti piove sempre, ininterrottamente.
    La pioggia è l'unica e ultima cosa che Lug possiede di Lein e che gli ricorda il suo amore e niente e nessuno potrà mai levargliela, nemmeno Dio.
    E Lug con la sua più grande volontà fa piovere di continuo sul suo Mondo ricordi lontani di Lein e solo una piccola speranza talvolta sembra riscaldare il suo cuore ormai freddo e spento.
    Lug vaga disperato per il suo mondo, trascinando la sua anima sotto la pioggia che più d’ogni altra cosa ama, ma che allo stesso tempo lo fa soffrire di un dolore senza nome.
    Sotto di essa confonde tra le gocce d'acqua le sue lacrime di sangue, lavando via dal suo volto il frutto del suo straziante lamento.
    Talvolta gli pare che Lein venuta dal cielo lo accarezzi come quella pioggia che gli bagna il viso, e sia infine davvero tornata ad amarlo.
    Ed allora per qualche istante l'intero Regno sembra acquietarsi e la pioggia diventa dolce come il suono antico della voce incorporea di Lein.
    Ogni goccia sembra rallentare la sua caduta perché diventa consapevole della propria unicità e cosciente di dover essere ammirata più a lungo prima di andare ad unirsi e a conoscere la terra.
    E' in questo unico momento che sembra quasi che le tenebre si diradino e un timido sole faccia capolino da dietro le spalle del mondo per incominciare a rischiarare tutto ciò che ha diritto di vedere almeno per una volta la bellezza del sole.
    Ma è dall'eternità che la finta convinzione di Lug viene ogni volta spezzata e il suo urlo di dolore e strazio è sempre terribilmente intenso se non quasi ogni volta più grande, vertiginosamente incrementato con l'inesorabile passare del tempo.
    Quel sole, la Stella Nera viene ogni volta inghiottita dal buio prima ancora di poter nascere e viene malmenata dall'oscurità nell'oscurità per la sua arroganza nell’aver tentato di affacciarsi curiosa aldilà della scorza del mondo.
    La pioggia torna sempre ad infittirsi inesorabile e dimentica l'importanza d’ogni sua singola piccola goccia e non fa altro che tornare a badare solo a travolgere e affogare con la sua immensa portata ogni cosa sottostante.
    Il Regno di Lug piange sempre con il suo padrone...








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    00 12/04/2007 19:37
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    Lug da solo regna in questo luogo nato dalla sua eterna sofferenza, in solitudine con milioni di orrende creature, ma esse sono soltanto i suoi pensieri malvagi che tramite il suo insistente volere si materializzano e cominciano a camminare, portando in giro per il suo oscuro Mondo tutta la sua sofferenza atroce, infinita ed eterna.
    Nessun essere può popolare il Regno d’Ombra oltre Lug poiché questo Regno è una prigione, una prigione per la mente e per il cuore, Lug abita in una prigione senza sbarre e in essa vi dimora in eterno, a nulla è permesso di entrare ne tanto meno di uscire.
    Lug aveva tentato di creare ancora per se dopo aver pianto ed essersi rassegnato alla prigionia.
    Aveva cercato di creare una nuova creatura per se, per dimenticare Lein ma essa gli morì tra le braccia ancora prima di nascere, Dio aveva tolto il potere di creare esseri viventi anche a lui e adesso Lug respirava oscurità.
    Lug fu solo con i suoi pensieri maligni, egli è da solo in compagnia della sua dannazione e i suoi cattivi sentimenti che si illude di rendere vivi.
    I suoi sentimenti di odio e di dolore danno vita di continuo a orripilanti creature che però non sono vive ma agiscono solo governate dai sui sentimenti bui e il mondo stesso è plasmato su codesti cattivi sentimenti.
    Benché non esista una geografia precisa in quanto tutto cambia e muta di continuo, ogni zona del Regno rappresenta un cattivo sentimento di Lug.
    Esso è formato da cinque zone distinte, in ognuna delle quali presiede un cattivo sentimento e dove vivono e muoiono all'infinito le creature orripilanti dei cattivi sentimenti.
    Più precisamente si possono individuare la Landa dell'Odio, del Rancore, della Vendetta, della Rabbia e della Disperazione.
    In quest'ultima che è la più estesa e raccapricciante si hanno visioni continue di Lein, piove molto più intensamente, il terreno sanguina e si sentono incessantemente lamenti strazianti e cupi.
    Le cinque Lande non hanno confini e sono sfumate le une nelle altre, proprio come i cattivi sentimenti di Lug che sfociano uno nell'altro.
    Anche le stesse creature non sono ben delineate e proprio come i sentimenti che non sono netti ma il risultato di più stati d'animo, anche le creature dei cattivi sentimenti sono tutte le une diverse dalle altre.
    Il cattivo sentimento che governa ognuna di loro fa sbocciare linee comuni e forme che potrebbero ricondurre ad un'idea di razza ma ciò non è che la semplice manifestazione del cattivo sentimento nella carne.
    Le Lande sono disposte in cerchio nel centro del quale risiede Lug quando non vaga per il suo Regno, dove è solito accasciarsi disperato, avvolto dai suoi sentimenti più bui.
    Piangendo nell'epicentro del suo Mondo prova Odio verso Dio, Rancore verso tutto ciò da lui creato poi rivoltatosi contro, desiderio di Vendetta sugli Uomini, Rabbia per essere stato cacciato e Disperazione per essere stato abbandonato da Lein...
    Ed ogni sua emozione scaturita da ognuno dei cinque cattivi sentimenti da luogo ad una creatura mostruosa governata dal sentimento da cui è nata che dal centro del Regno va ad abitare una delle cinque Lande.
    Era così che Lug si stava preparando ad attaccare e distruggere gli uomini che egli incolpava di aver portato lontano dal suo cuore Lein.
    Invidiava enormemente tali esseri il primo dei quali fu creato da Lein che se ne innamorò e al centro del suo buio Regno provando tali sentimenti stava ingigantendo il suo esercito di orrori per potersi vendicare.
    Dio crea ma mai distrugge, ogni cosa è figlia di Dio...
    Dio non eliminò il suo figlio anche se per la terza volta, per mano ora del suo stesso Figlio il Creato rischiava ancora di svanire nel Male e nell'odio e allora Dio creò per l'ennesima volta, senza distruggere nulla...
    Dio creò un nuovo Regno accanto a quello degli uomini, un Regno nascosto che operava in solenne silenzio, il Popolo Incantato, la Terra a cavallo tra il mondo degli uomini e l'aldilà, il Regno delle Fate!
    E popolò il suo secondo Regno di tante creature e cose che avevano il compito di proteggere gli uomini, il compito di liberarli dal Male e non indurli in tentazione, liberarli da quel Male che ora nella sua massima forma ed espressione trovava corpo ed anima nello stesso Figlio di Dio furioso.
    Una Stella Rossa comparve a presiedere il secondo Regno di Dio all'apparenza idilliaco e perfetto, ma nato solo dalla necessità di proteggere il Regno degli Uomini, la cosa più importante e far sì che la Stella Bianca potesse continuare a brillare lucente in eterno.
    Così nacque quella che quando fu tempo di pace fu chiamata Giditas, la Vau Rossa del Popolo Incantato.
    Il Regno Incantato fu creato quindi per contrastare il Male, fu messo come barriera tra il Regno d'Ombra e il Regno di Dio popolato dagli uomini.
    I primogeniti del Regno Incantato cominciarono da subito ad assolvere il proprio compito, si armarono immediatamente e ciò fece infuriare Lug che si sentì ancor di più abbandonato ed ora anche minacciato.
    Da quel momento per mille anni il Popolo Incantato conobbe solo guerra, la guerra più furiosa e demoniaca, una guerra senza pause,senza respiro!
    Il Popolo Incantato dedicò dieci secoli d’esistenza al compito affidato loro da Dio, per mille anni affrontarono il Male e gli sbarrò l’accesso al Regno degli Uomini in quella che fu chiamata “Prima Guerra dell’Equilibrio”.
    Il Figlio di Dio era furioso poiché quel nuovo popolo, quel secondo Regno di Dio esisteva al solo scopo di proteggere gli Uomini e impedire che egli potesse compire la propria vendetta.
    I mille anni della Prima Guerra dell'Equilibrio non conobbero fiato, tuttavia durante alcune brevi tregue gli abitanti Incantati cominciarono ad escogitare sempre più ingegnosi sistemi di difesa.
    Prese vita il Bosco Incantato che le creature fatate chiamano Dhelo il Confine, la zona di mezzo tra il loro Regno e quello degli uomini.
    La leggenda vuole che vennero mandati durante i lunghi anni della Guerra, Folletti e tante Fate a raccogliere nel Regno preistorico degli Uomini i semi delle più svariate razze di piante e vennero portate innumerevoli razze d’animali.
    Poi al bosco fu data vita dal potere Magico delle creature Fatate che in principio era terribilmente forte, Dhelo prese vita, una vita forse innaturale ma che da sola esercitava magia e protezione, un’ulteriore barriera tra il Regno delle Fate e quello degli uomini.
    Codesto confine è un luogo d'incanti come del resto così è in tutto il Bosco Incantato, esiste un muro di fuoco al confine nord del Bosco che arde inesauribile e tra le fiamme vivono gli alberi che non bruciano.
    Al centro di questo muro di fuoco, tra fiamme ed alberi che vivono in perfetta armonia c'è il magico portale di Druir, unico passaggio tra il Regno e il Bosco Incantato.
    Il confine di fuoco è invalicabile, le sue fiamme ardono governate dalla magia arcana e sono impenetrabili anche per la più grande entità che non faccia parte del Regno Incantato.
    Dhelo è un luogo di mezzo, non è del tutto facente parte del Regno Incantato ma non è nemmeno un luogo umano.
    Essi infatti mai potrebbero raggiungerlo di loro spontanea volontà purché si trova su un'altro piano astrale rispetto al loro, tuttavia con il volere del Popolo Fatato, un uomo potrebbe essere fatto arrivare nel Bosco e se sopravvivesse all'attraversamento del magico portale di Druir potrebbe addirittura vedere con i propri occhi il Regno Incantato.
    Si narra che ad uomini particolarmente fedeli e credenti nel Piccolo Popolo, sia stata concessa questa grazia nei tempi in cui gli Uomini erano i figli puri e muti di Lein, anche se dopo questa esperienza a tali fortunati sia parso solo di risvegliarsi da un sogno particolarmente reale e bello perché il tempo nel Bosco si contrae e si allunga e pare quasi fermarsi.
    A Dhelo inoltre vi abita d'Agozar il mare cosmico, una landa di calme acque fuse con l'universo degli Uomini, unico passaggio tra i due piani.
    Tramite il Mar d'Agozar è possibile per chi conosca l'arte del passaggio e con la volontà di Dhelo di passare dal Regno Incantato a quello degli Uomini.
    Dhelo è popolato da ogni tipo di albero e pianta che si possa immaginare, oltre che ovviamente dagli Alberi Incantati che sono i padroni che regolano le attività, le influenze e i poteri di protezione degli alberi che si trovano nel mondo degli Uomini.
    Gli Alberi Incantati possiedono una coscienza e un'anima propria e risvegliano i poteri di tutte le piante dell'universo.
    A Dhelo sono presenti anche laghi, fiumi e cascate quiete, ma nessuna forma di vita intelligente oltre agli Alberi vi dimora, questo perché il Bosco rifiuta ogni tipo di urbanizzazione o insediamento.
    Non è praticamente possibile costruire abitazioni e qualunque elemento artificiale viene respinto dalla terra e dall'aria stessa.
    In compenso esistono tutti i tipi di animali dell'universo, due esemplari per ogni specie di ogni pianeta, ed essi vivono di una vita eterna senza bisogno di cibarsi e nessun animale aggredisce nessun altro animale.
    Qui vivono eterne forme di vita in perfetta armonia, è qualcosa che va molto oltre il semplice far parte del Bene o il Male, qui non c'è spazio per essi, non c'è tempo per il loro piccolo gioco.
    E' un posto vivo con una volontà propria, una volontà fortissima che non desidera niente che non sia nato dal suo volere, pronto a respingere l'impurità della mano degli estranei nel nome della propria assoluta volontà suprema.
    Né per odio e né per amore, ma per mantenere quell'equilibrio magico che anche Dio va ad inseguire.
    Ma l’ingegnosità del Popolo Incantato era acutissima e la dedizione al proprio compito ferrea e ciò li portò ad edificare anche una barriera magica per cercare di difendersi meglio da Lug e le sue malvagie creature non vive.
    Ebbero l'idea di rinchiuderlo in una prigione senza tempo, ma quando si resero conto che era impossibile, decisero di chiudersi loro insieme al tempo e l'universo stesso all'interno di una barriera magica.
    Mentre Lug soffriva accasciato sulle spoglie fondamenta del suo oscuro nuovo Regno, il nostro Popolo edificò un'immensa muraglia incantata che cingeva al suo interno sia il proprio Regno sia quello che era stato dato loro il compito di proteggere.
    Il loro intento era di proteggere i due Regni di Dio creando una muraglia Incantata, circolare e perfetta, Impenetrabile.
    Ma la magia non era sufficiente e una parte della muraglia rimase aperta, allora i nostri antenati costruirono un magico cancello per chiudere definitivamente Lug al di fuori dei Regni di Dio e presero la magia necessaria per tenerlo ben serrato cedendo ad un compromesso.
    Era necessaria una fortissima potenza magica per tenere a bada il figlio di Dio furioso e il Popolo Incantato la estrasse dalla cosa più potente e misteriosa che mai avesse conosciuto.
    Tale magia fu estratta dalla fantasia e la fede che gli uomini avevano in loro e in Dio, ma tale magia era direttamente subordinata dalla fantasia, dalla fede e dall'amore dalla quale scaturiva.
    Era quindi necessario che tali sentimenti negli uomini rimanessero vivi e ben in considerazione per far sì che Lug non potesse mai più liberarsi.
    Usarono al massimo le loro arti magiche ed ogni creatura, anche la più piccola e apparentemente insignificante mise la propria parte di magia a disposizione.
    Dopo trecento anni di battaglie, esattamente nel 303 dopo il Grande Nulla, la barriera, un’opera unica frutto della massima arte e magia del Popolo Incantato fu compiuta.
    A quel punto i nostri antenati diedero adito alla propria massima forza ed organizzazione e nella più grande battaglia che si ricordi riuscirono a respingere oltre il confine tra il proprio ed il Regno d’Ombra, il Figlio di Dio.
    Ma ciò non accadde subito, ci vollero altri 696 anni di battaglie prima che il Popolo Incantato riuscisse a far arretrare Lug e i suoi eserciti verso il Regno d'Ombra.
    Nel 999 dopo il Grande Nulla quindi, dopo un millennio di guerre inaudite il Popolo Fatato riuscì a cacciare Lug dal Regno Incantato e la barriera fu sigillata da un grande cancello magico che chiuse fuori nel suo Regno cupo il Figlio di Dio.
    Quando ancora il Popolo Incantato era resistente ed estremamente forte della sua magia e quando gli Uomini erano un popolo sano e felice, sognatore e fedele, Lug fu intrappolato e i cancelli per la Terra Oscura chiusi per non essere riaperti mai più, o meglio questa era l'idea e l'intenzione originaria del Popolo Incantato.
    Tutti si trovarono d’accordo, non ci fu Gnomo, Fata, Spiritello o creatura di sorta che non diede il proprio contributo per la causa.
    Molti sacrificarono del tutto i propri poteri e la propria magia, donandola alle fondamenta della muraglia per fortificarla e per serrare i cancelli, sapendo che questo sarebbe servito per proteggere tutti.
    Grande fu la festa e la soddisfazione quando la loro missione fu infine felicemente riuscita, grande fu l'orgoglio d’ogni creatura perché tutti sapevano di aver contribuito.
    Grande fu la gioia allora, tanto quanto fu grande il timore d’ogni singola creatura del Popolo Incantato perché era ovvio che se Lug fosse riuscito a liberarsi come un giorno si cominciò a vociferare per l'intero Regno, tutti sarebbero stati considerati dall'Oscuro responsabili.
    Il Popolo Fatato tremava...
    Nessun abitante osava immaginare cosa sarebbe accaduto loro e al proprio Regno se il Cancello si fosse riaperto anche se è inevitabile non avere sempre la mente occupata a pensare ad altro, come quando sai che non ti resta altro che aspettare di vedere come andranno le cose e non hai più il potere di deviare il flusso degli accadimenti.
    Nessuno, nemmeno tra i più temerari osava avventurarsi in tali orribili discorsi!
    Chiunque, ma credetemi, davvero chiunque rifuggirebbe tali pensieri se solo avesse avvertito la collera del Figlio di Dio che si percepiva anche solo avvicinandosi nei pressi del Magico Cancello ad est del Regno.
    Anche moltissimi anni dopo quell'epocale giorno, tutti ancora sapevano bene quanto quest’antica barriera fosse di vitale importanza, tuttavia nessuno voleva parlarne, era sotto gli occhi di tutti perché ovunque ci si trovasse nel Regno, guardando l'orizzonte si scorgevano le linee indistinte della magica barriera, eppure tacitamente ognuno sapeva che era cattiva cosa parlarne o tentare di scoprire cose su essa.
    A tutti i bambini del Regno Incantato veniva severamente insegnato di non curiosare mai o cercare di conoscere troppe cose della zona ad est del Regno.








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    Zerph
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    00 12/04/2007 19:38
    .6
    Ricordo ancora che quando ero bambino io, venivamo educati a non parlarne mai, a non pensarci mai, perché questo portava male, il che indubbiamente creava un alone di mistero ed un certo fascino in tutti i bambini che si sa sono per natura curiosi e attratti dal proibito.
    L'intera popolazione si teneva alla larga dal Magico Cancello ad est, nessuno si avventurava in quelle zone né tanto meno ci viveva
    Nessuna forma di vita si trovava nei pressi del Cancello e anche le piante avevano difficoltà a crescere e non ci volevano in ogni caso crescere per niente al mondo.
    Il titanico portale poteva trarre in inganno facendo credere l'enorme facciata del Cancello, il fianco decrepito di un'antica montagna!
    Seppur esso fosse inconcepibilmente imponente e tenuto chiuso da incantesimi antichi e potentissimi era comunque il punto più debole della barriera.
    Se Lug fosse riuscito un giorno ad irrompere nel Regno Incantato, lo avrebbe fatto senza dubbio da li, la barriera infatti era invalicabile e inespugnabile perchè prese forma dalla massima magia di quel Popolo che Dio aveva creato appositamente per bloccare Lug.
    Si può affermare che la barriera fosse l'ingegnosa soluzione che le Creature Fatate avevano trovato per fare la volontà di Dio ed essa era perciò inespugnabile.
    Anche Lug sapeva ciò, era conscio che la barriera era impenetrabile e la sua attenzione fu tutta per il Cancello che invece poggiava le sue fondamenta sull'essenza degli Uomini che non erano opera diretta della volontà di Dio e quindi dotati certamente di punti deboli.
    Se l'animo degli uomini in qualche modo avesse cominciato a scricchiolare lo stesso avrebbe fatto il Cancello che incombeva quindi, come una minaccia addormentata sulle teste di ogni creatura Fatata. >>
    Bether si disincantò da quello stato di stupore nel quale non si era accorto di essere caduto essendo assai trasportato dalle parole di Borger e chiese di sapere di più sulla Barriera e sul Cancello.
    Borger rispose, da un po' aveva cominciato a raccontare più che leggere, il libro serviva più come una sorta di guida che come un testo vero e proprio.
    << Bhe il Cancello era qualcosa di oscuro, era legato alla forza d’animo degli uomini ma allo stesso tempo possedeva tutte quelle pecche che ne facevano un qualcosa di assai instabile.
    La muraglia invece è un’opera di inconcepibile meravigliosità, e ancora esiste e perdura intatta e perfetta come in principio!
    Non ha fine in nessuna direzione, non è possibile aggirarla se non prima di uscire dal tempo e dallo spazio.
    E' infinita in altezza, non se ne distingue la fine e nessuno mai è riuscito a valicarla anche se alcuni pazzi tentarono un tempo questa impresa, avventurandosi in una missione suicida.
    Si finisce di morire di stenti molto prima di vedere la soglia da valicare se si tenta si sormontarla, sempre che si possa mai scorgerla...
    La magnificenza della sua concezione lascia con il fiato sospeso, non è formata da mattoni, non ha giunture e non è fatta di nessun materiale conosciuto.
    Passa attraverso ogni cosa, ai miei tempi a scuola ci dicevano che essa tagliava in due montagne, laghi fiumi e mari, è un infinito recipiente che accoglieva dentro di se il Regno Incantato e oggi ancora accoglie il Regno degli Uomini e a niente e nessuno è permesso di entrare se non al tempo...
    Le catene montuose del Regno incantato si attaccavano ai margini interni della muraglia e vi si appoggiavano e i monti più imponenti sembravano piccoli sassolini accantonati alla sua base.
    I mari e gli oceani del Sottoregno Sommerso bagnavano appena una parte della sua base e i confini di fuoco del Sottoregno Infocato non la scaldavano ne alteravano la piccola parte che investivano.
    E' impossibile tentare di scoprire un modo per riuscire ad aprire una breccia in tale magnifica opera Incantata, è come tentare di aprirsi un passaggio al di la del quale si trova il nulla.
    Come è stato detto, il Popolo Incantato esercitava la propria forza attraverso la fantasia degli Uomini e la fede che essi avevano in loro, ed inizialmente quando gli animi degli uomini erano ancora forti e sognatori, la forza della magia del Popolo Incantato era qualcosa di grandioso.
    Purtroppo gli esseri uomani diventarono col tempo sempre meno sognatori e sempre più razionali e calcolatori e inevitabilmente la magia che teneva chiuso il Cancello si indebolì.
    La vera forza del Cancello era la magia che traeva la sua essenza dal loro amore e non di certo la struttura del Cancello stesso che seppur titanico, se abbandonato da tale magia sarebbe stato spalancato in un batter d'occhio e frantumato all'istante dal volere costante del Figlio di Dio.
    Lug quindi era stato bloccato, intrappolato dal Regno Fatato nel suo buio mondo e rinchiuso nel Regno d'Ombra con violenza.
    Gli Uomini continuarono a vivere sereni, vivendo senza sapere, ignari che aldilà della linea dell'orizzonte dove nessun occhio può vedere, c'era chi operava per loro, c'era chi li proteggeva e vegliava sui loro sonni.
    Gli Uomini vivevano senza sapere che una Stella Rossa vegliava e proteggeva anche la loro Stella Bianca e il proprio Regno.
    Ma la pace ancora non viveva nel Regno Incantato, per altri 110 anni gli abitanti Fatati furono immersi nella guerra, essa non era serrata e continua come la Prima Guerra dell'Equilibrio ma la morte in quei tempi poteva arrivare da un momento all'altro.
    Dal giorno della cacciata dell'Oscuro venne proclamato l'inizio della Guerra di Liberazione, difatti nel Regno Incantato vivevano ancora numerose creazioni del Figlio di Dio, creature da lui concepite quando era nel Creato l’unico ad avere pieni poteri ed altri esseri non vivi concepiti dopo ma che ancora agivano e camminavano come lo specchio sul Mondo dei sentimenti neri di Lug.
    E tutto ciò che nacque dalla sua mano rispondeva ancora al suo comando e quindi seppur il Figlio di Dio fosse stato intrappolato lontano oltre la Barriera, aveva ancora grande potere nel Regno Incantato.
    Ci furono quindi decenni e decenni in cui i nuovi figli che raggiungevano piena maturazione lottavano ancora in dure battaglie, furono 110 anni all’insegna della caccia e la pulizia dal Mondo dei maligni servi di Lug, furono gli anni della Liberazione.
    La Guerra di fatto non cessò mai, Lug lontano dai suoi oscuri domini continuava a dare direttive e progettare gli attacchi al Popolo Incantato non potendo però partecipare di persona come aveva fatto durante la Prima Guerra dell'Equilibrio e non era più una minaccia per la sopravvivenza degli uomini poiché il Popolo Fatato bloccava e contrastava ogni sua manovra attuata dai suoi oscuri sudditi.
    Le battaglie contro spiriti e creature figlie del Male terminò esattamente nel 1110 dopo il Grande Nulla.
    Tutto l'undicesimo secolo fu dominato dalla caccia all’ultima stirpe dei servi di Lug, la stirpe dei Dragoni Neri, creature tra le più infide ed intelligenti che il figlio di Dio creò nella sua fase discendente per il suo puro compiacimento.
    Il potere che il Figlio di Dio esercitava nel Regno Incantato cessò del tutto quando agli inizi del dodicesimo secolo Delmert Ondin, Troll delle rive del Mar Wimborg uccise l‘ultimo nonché capo della stirpe dei Dragoni Neri, Ghov-Torg il Fomentatore.
    E così il dodicesimo secolo dalla nascita del Regno Incantato, dopo 1110 anni di guerre, battaglie e conflitti, cacce spietate e missioni di liberazione dal Male, iniziò sotto una nuova luce di pace e armonia.
    Da quel giorno in poi il Popolo Incantato conobbe nuovi giorni che vennero conosciuti come gli 890 anni della pace e la gloria del Regno Incantato.
    Ma si sa, niente dura in eterno... tutto muta, tutto cambia, è qualcosa di inarrestabile che va oltre anche il potere di Dio.
    Il Figlio dannato di Dio ricacciato nell'oscurità, senza più poteri e possibilità di sapere cosa accadesse nei due Regni di Dio attese.
    Attese che si manifestasse e si rivelasse l'inevitabile natura del Creato poiché non c'è vita senza poteri contrapposti, il Bene esiste solo se esiste anche il Male e se il Bene ha il predominio sul Male prima o poi il Male lo avrà sul Bene.
    E' una questione di equilibri...
    Il Figlio di Dio attese che il Male trovasse il modo di manifestarsi e avere il sopravvento ancora una volta, la terza in quel Creato che infine sembrava concepito in maniera davvero perfetta.
    Lug era tormentato dal dubbio e dagli interrogativi, non capiva quale fosse il segreto del terzo Creato, non capiva come il Male avrebbe fatto ad insinuarsi nuovamente nella vita né tanto meno sapeva se e quando ci sarebbe riuscito.
    Non immaginava come il Cancello si fosse potuto fare fragile per l'insinuarsi del Male negli animi dell'Uomo.
    Il Figlio di Dio aspettò e aspettò che il Male trovasse una strada per tornare nuovamente a diffondersi, espandersi ed infine dominare sul Bene cosa che avrebbe aperto una breccia nel Magico Cancello e attraversando il Regno Incantato gli avrebbe preparato la strada per raggiungere il Regno degli Uomini per la vendetta definitiva.
    Il Figlio di Dio attese che inevitabile si manifestasse il terzo errore Divino e un giorno, nell'anno 2000 dopo il Grande Nulla la sua eterna attesa finì... >>
    I due nipoti di Borger erano davvero instancabili, erano passate quasi tre ore da quando essi avevano dato il primo morso al frutto del Lamanth, eppure sembravano ancora affamati di storie e chiesero al Nonno quindi di continuare con il racconto della Seconda Guerra dell'Equilibrio, allorché Borger chiuse "Racconti dai Sottoregni" e lo ripose di lato, sicuro che sarebbe servito in seguito quando Bether e Baltad avessero posto domande più dettagliate riguardo al Regno Incantato.
    Poi si abbassò e riprese "La Seconda Guerra dell'Equilibrio" che aveva appoggiato in terra vicino alla poltrona, passò una mano sulla copertina per mandare via un po’ di polvere e non fece a tempo nemmeno a sfogliare la prima pagina che un'ennesima voce estranea bloccò Borger.
    Questa volta non erano però le voci di Bether e Baltad ma del loro padre Dheles.
    << Papà? Hey Borger, Bether e Baltad sono li? >>
    Bether e Baltad si erano voltati verso la finestra ovale dalla quale proveniva la voce e quando capirono che era il loro papà si voltarono verso il nonno e silenziosi gli fecero cenno di dire che non si trovavano li.
    Borger rimase in silenzio e con l'aria indecisa guardò prima i nipotini che ancora lo pregavano di non dire nulla e poi rivolse lo sguardo al vetro polveroso della finestra rimanendo ancora in silenzio.
    Fu ancora Dheles a parlare. << Ho capito, sono li... un'altra volta... >>
    Dheles fece il giro ed entrò in casa di suo padre. << Che ci fate voi qui? Non dovreste essere a scuola? Forza, filate a casa! >>
    Dheles rimase in piedi guardando in malo modo i suoi due figli che a testa bassa gli passarono accanto e uscirono per dirigersi a casa dove sicuro li aspettava una bella ramanzina dalla madre.
    Poi Dheles guardò Borger e con un'aria meno dura rispetto a come aveva fissato i suoi due figli e parlò.
    << Papà, dovresti dirglielo anche tu, non gli dai un buon esempio così. Se continueranno a saltare giorni di scuola finiranno per essere bocciati.
    Bether e Baltad stanno diventando grandi, dovresti smetterla di raccontargli queste favole! >>
    Borger si incupì e rispose al figlio. << Non sono favole queste, non sono solo storie anche se tu le hai sempre considerate fandonie... anche da piccolo non hai mai voluto ascoltarle.. Bether e Baltad invece... >>
    Dheles abbassò la testa e l'imbarazzo calò tra i due, poi Dheles senza dire niente si voltò lentamente ed uscì dalla casa di Borger, non aveva voglia di rimettersi a discutere con lui di come non fosse mai stato presente mentre egli cresceva, sempre preso nelle sue avventure e le sue spedizioni e i suoi viaggi per compilare quei libri che Dheles arrivò a credere Borger amasse più della sua famiglia.
    E quando dai suoi viaggi tornava e si metteva a raccontare al piccolo figlio ciò che aveva visto e scoperto, Dheles vedeva Borger solo come un estraneo folletto e mai si appassionò alle sue storie e i suoi libri.
    Con Bether e Baltad invece era tutto diverso, a loro l'affetto e la presenza di un padre e una madre non mancava e Borger si fece amare da loro proprio grazie alle sue affascinanti storie.
    Il giorno seguente infatti Bether e Baltad furono nuovamente a casa del nonno disertando ancora la scuola per continuare da dove erano stati interrotti.
    << Dove eravamo rimasti? Ah già, all'imprigionamento di Lug.
    Ci furono le “Guerre di Liberazione” in seguito ma oggi non facciamo in tempo a parlarne, poi.. poi seguirono gli “890 anni della Pace e la Gloria del Regno Incantato” di cui in verità non vi è molto di emozionante da raccontare.
    Per narrare della Seconda Guerra dell'Equilibrio dove mi ritrovai catapultato,potremmo partire dall'arroganza di Dhelo, che ne dite? Credo che i fatti che portarono alla Seconda Guerra contro Lug iniziarono proprio li... >>

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    00 19/04/2007 16:30
    Ma bravo!! Hai una gran bella fantasia... Cosa che già s'intuiva guardando le tue creaturine. [SM=g27994]m13:

    Grazie per avermi accontentata. [SM=g27994]m1:
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    Scritto da: =nebbiolina= 19/04/2007 16.30
    Ma bravo!! Hai una gran bella fantasia... Cosa che già s'intuiva guardando le tue creaturine. [SM=g27994]m13:

    Grazie per avermi accontentata. [SM=g27994]m1:



    In tutto questo messaggo ci vedo una sequenza continua di doppi sensi! ^____^

    Ma suppongo sia solo la mia lussuriosa natura Zerph... [SM=g27994]m18:








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    00 29/04/2007 22:11
    Re:

    Scritto da: Zerph 26/04/2007 21.14


    In tutto questo messaggo ci vedo una sequenza continua di doppi sensi! ^____^

    Ma suppongo sia solo la mia lussuriosa natura Zerph... [SM=g27994]m18:





    [SM=g27994]m10: ...... [SM=g27994]m17: