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Racconto: Rose blu

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    =nebbiolina=
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    00 31/03/2007 10:52
    Il mio primo (ed ultimo) splatter


    ROSE BLU

    Eccomi ancora impegnata nel mio giochino di ruolo preferito: impersonar la voce narrante della mia vita.
    Credo di aver cominciato appena mi fu regalata la prima Barbie dagli occhioni truccati d’azzurro, delizioso colorino prontamente sostituito ad arte dalle tracce impietose del mio fido pennarello nero. Il tocco finale poi, che riuscì a regalare alla bambolina quell’originale look gotico, fu senz’altro la rasatura a zero della chioma albina.
    Bisognava pur che “Barbara” si distinguesse da tutte le biondone Raperonzolo che stuoli di mie coetanee costringevano ogni giorno a nozze con i sedicenti maritini Ken. Quanto a me invece, abile narratrice e burattinaia, ordivo per la mia piccola skinhead le più inenarrabili tragedie.
    Al momento guido verso una clinica psichiatrica del Canton Ticino, dove mi recherò a far visita ad una parente inferma di mente, una cugina che mi è cara quanto potrebbe esserlo una sorella.
    Le ho comperato dei fiori, dei cioccolatini, e mi son fasciata col più grazioso dei miei abiti griffati… Un elegantissimo tubino rosso Valentino che, valorizzando le forme di affascinante e raffinata ventottenne qual sono, contrasta con il platino dell’impeccabile acconciatura appena coadiuvata dalle extensions… Amo apparire, lo ammetto! Però mi ritengo anche una donna di scaltro intelletto, in caso contrario, non sarei certo riuscita a laurearmi in Bocconi con il massimo dei voti!
    Ma torniamo ad Ileana, la mia povera cugina… A tre anni sembrava una bambola di porcellana: bionda, rosea e già longilinea, non c’era nessuno, amico o parente che fosse, che riuscisse ad esimersi dall’aspergerla di complimenti. Ammaliavano i suoi occhietti azzurro cielo e le adorabili fossette delle guance, ma ancor più tutte quelle sdolcinate e irritanti moine degne di una Shirley Temple. All’epoca la odiavo, è chiaro… Del resto io non ero che una bimba capricciosa e viziata, con un padre ignoto e una madre che amava viaggiare da un continente all’altro, in compagnia del marito o amante di turno.
    Vivevo nella sontuosa villa parmense di famiglia, castello di cui ero l’incontrastata reginetta, protetta ed eletta dal re in persona: mio nonno Carlo.
    Caro, adorato, nonno! Mi amava all’impossibile e non perdeva occasione di dimostrarmelo esaudendo ogni mio desiderio.
    Lo ricordo intento a ripetermi fino alla noia quanto fosse felice di avermi con sé, mentre materno, mi cullava sulla sedia a dondolo della moglie defunta. Un vero cimelio per lui l’antica seggiola foderata con stoffa a rose blu, l’unico oggetto della casa che allora non mi fosse consentito imbrattare…
    Mi stupisce come oggi, nel mio attico in via Conservatorio a Milano, si adatti perfettamente alle tende turchesi della camera degli ospiti.
    Sovente nonno ed io, ricevevamo la visita della piccola Ileana e di zia Eleonora, sorella minore di mia madre e figlia encomiabile al contrario di lei, ma mai suo malgrado riuscita a farsi amare dal genitore.
    Covavo per la mia cuginetta lo stesso sentimento che lega la Regina Cattiva a Biancaneve.
    Il mio amato avo, cui non era mai sfuggito alcuno dei miei moti d’animo, si palesava dal canto suo ancor più gelido nei confronti della piccola usurpatrice, di quanto non lo fosse mai stato con la stessa Eleonora.
    Non perdeva occasione, infatti, di decantare le mie lodi o di difendermi in maniera sfacciatamente faziosa, arrivando persino a beffeggiare e ad umiliare la nipotina Ileana.
    Forte di quel sodalizio, ricordo d’aver graffiato l’etereo visino di mia cugina in più occasioni, servendomi dell’unica unghia che la balia, probabilmente su ordine del nonno, lasciava crescere un po’ più del dovuto. Avevo modo così, di nascondere agevolmente il piccolo artiglio a zia Eleonora, mentre con aria innocente le mostravo le altre nove dita, teneramente inginocchiata al capezzale della povera, piccola, madonnina infilzata e piangente.
    Ma non sono certo solo questi gli episodi di cui debba chieder venia alla mia cara Ileana. La trama più meschina che abbia mai tessuto ai suoi danni, l’ordii sicuramente in occasione della festa del Santo Natale del 1981.
    Ero stata stranamente melliflua con lei quella mattina, permettendole di scartare alcuni dei miei innumerevoli pacchetti.
    Poi dopo pranzo, mentre gli adulti chiacchieravano amabilmente nel salone, le consegnai il mio pennarello nero e la condussi per mano fino alla sedia a dondolo. Le spiegai che il nonno aveva espresso il desiderio di ingaggiare qualche abile artista per ridipingere le rose sulla stoffa, e aggiunsi che, se invece fosse riuscita lei nell’ardua impresa, lui le sarebbe stato infinitamente grato. Mi pare ancora d’aver davanti agli occhi il sorrisino ebete della malcapitata, intenta ad annuire al mio inganno.
    Le conseguenze furono disastrose… Poco dopo infatti, il nonno venne a cercarmi e sorprese l’ingenua Ileana all’opera. Inutile aggiungere che andò su tutte le furie, tanto che finché visse, non lo rividi mai più parimenti alterato e impietoso.
    Ripensandoci a distanza di tanti anni, dovrebbe forse stupirmi il fatto che quel venticinque Dicembre, dopo aver messo alla porta la perfetta famiglia di zia Eleonora, nonno Carlo mi prese tra le braccia e guardandomi negli occhi, sembrò intuire come si fosse realmente svolta la vicenda. Invece di punirmi però, scoppiò in una fragorosa risata e mi baciò la fronte, come a compiacersi della mia crudele furbizia. Ma del resto noi ci amavamo, e l’amore si sa, ciecamente giustifica tutto!
    Quando il nonno infine morì, non ci fu alcuna lacrima da versare, niente da vegliare o da seppellire: la sua presenza affettuosa era con me, e così sarebbe stato, sempre al mio fianco, proteggendomi e amandomi.
    Tirando le somme, ad ogni modo, credo proprio di aver espiato i miei peccatucci infantili…
    Sei mesi fa infatti, poco prima che cominciasse a palesare segni di follia, ospitai Ileana nella mia casa di Milano, proprio come avrebbe fatto una premurosa sorella maggiore.
    I beni della sua famiglia erano stati confiscati dopo che il padre, uomo d’affari poco oculato e ingenuo almeno quanto la figlia, era finito in manette a causa dell’ennesimo scandalo finanziario. Mia cugina aveva in seguito deciso di lasciare Parma e proseguire la carriera, se non di modella almeno di stilista, nella ormai riconosciuta capitale della moda italiana, dove invece io vivevo già dal primo anno d’università.
    Se non l’avessi accolta io credo che, a stento, si sarebbe potuta permettere la stanza ammobiliata d’una qualche pensione pulciosa. Invece fu trattata da principessina e sistemata amorevolmente nella camera degli ospiti adiacente alla mia.
    Rivedendola, la trovai un po’ segnata dalle preoccupazioni familiari, eppure ancora bellissima… La chioma dorata inspiegabilmente ordinata e liscia fin dalle prime ore del mattino, continuava ad incorniciarle un viso angelico, sormontato dal delicato nasino alla francese e da quegli occhi di cielo terso… E poi, chiaramente, a far da protagoniste incontrastate in mezzo a già tanta beltà, c’erano ancora le consuete e adorabili fossette!
    Non nascondo di averla nuovamente invidiata, nonostante la mia solidissima situazione finanziaria e la brillante carriera alla guida di una delle più prestigiose aziende nazionali, non sono mai riuscita a farmi strada nel mondo dello spettacolo, precludendomi così, il successo e la fama che ho sempre sognato…
    Se solo avessi avuto io la bella presenza d’Ileana, avrei saputo bene come farla fruttare!

    Invece ero sicura che a Milano quei luminosi riconoscimenti sarebbero toccati a lei… Molto probabilmente avrebbe avuto più successo di quanto non osasse sperare! Ma suo malgrado… Si ammalò.
    La mia povera cugina ebbe quella tragica e violenta crisi proprio a casa mia, ed io ne fui spettatrice inerme.
    Ricordo perfettamente ogni dettaglio di quell’orribile notte. Si era trasferita da me da poco più di una settimana e aveva deciso di andare a dormire presto quella sera, dato che il giorno successivo avrebbe dovuto presenziare ad un’ importantissima colazione di lavoro.
    Verso le due del mattino però, la sentii chiamare febbrile dalla stanza accanto: “Carla, Carla! Qualcuno mentre dormivo ha cercato di strapparmi il cuscino!”.
    Svegliandomi di soprassalto sbiascicai: “Chi vuoi che cerchi di rubarti il cuscino, mia cara? Dormi, devi avere avuto un incubo”. Mi rigirai tra le lenzuola, lievemente seccata e cercando di ritrovare il sonno, ma qualche istante dopo, urla immonde ruppero ancora la quiete notturna.
    Mi alzai di scatto e accorsi nella camera degli ospiti dove mi attendeva una scena a dir poco raccapricciante… Ileana, seduta al centro del letto matrimoniale in un fiume di sangue, si conficcava convulsamente e con violenza le unghie nelle guance e nei bulbi oculari.
    Le bianche mani affusolate che erano in passato state protagoniste dello spot di una nota marca di smalto, si erano tramutate in un’efficientissima ed implacabile arma da taglio.
    “No! Aiuto! Basta! Pietà!” Urlava mia cugina, mentre staccava brandelli di carne viva dal suo stesso volto.
    Rimasi impietrita. La vista di tutto quel sangue che dalle lesioni colava irrefrenabile sulle spalle di Ileana fino ad arrivare ad imbrattare copiosamente le lenzuola di seta, mi disgustava…
    Le curatissime unghie, in un lancinante e ritmico ticchettio, si erano spezzate una dopo l’altra martoriandole i polpastrelli, opponendosi alla violenta tenacia dell’osso mandibolare, già venuto alla luce su entrambe le gote… Due nuove e nauseabonde fossette solcavano ora il visino etereo che fu!
    Non osavo toccarla per il raccapriccio, quindi tenendo quanto più possibile lo sguardo lontano da quella visione infernale, esplosi battendo i tacchetti delle mie pantofole sul pavimento, proprio come avrebbe fatto una bambina capricciosa cui avessero strappato di mano un balocco: “Adesso basta, grazie! Stai esagerando… E’ disgustoso!”.
    Un attimo dopo le urla e i lamenti di Ileana si tramutarono in soffocati gorgoglii, mentre quelle mani suicide si riversavano finalmente appagate sulle lenzuola. Sospirando, posai un braccio sulla sedia a dondolo a rose blu del nonno, arrestandone il movimento oscillatorio che sembrava aver accompagnato quella tragedia familiare.
    Allungai solo allora la mano libera verso il telefono con cui chiamai l’ambulanza.
    Mi sono occupata io delle spese mediche di mia cugina fino ad oggi e, chiaramente, ho la ferma intenzione di continuare a farlo. Del resto, non è che uno dei tanti modi per dimostrarle l’affetto che nutro per lei.
    Eccomi intanto arrivata ai cancelli della clinica! Parcheggio, mi controllo trucco e acconciatura nello specchietto retrovisore e scendo dall’auto con grazia ed eleganza, naturalmente non prima d’aver preso con me i regali che ho comperato per l’inferma. Cammino sinuosa sui miei tacchetti a spillo in direzione dell’ingresso ospiti della clinica. Un attimo prima di varcarne la soglia però, mi soffermo ad annusare il mazzo di rose che ho tra le mani, per poi piegare il capo a destra e cinguettare sorridente al mio accompagnatore: “Che dici? Piaceranno le rose blu ad Ileana, nonnino?”.
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    Gorad Barbatonante
    Post: 18
    Registrato il: 30/03/2007
    Età: 42
    Sesso: Maschile
    Avventore
    00 31/03/2007 13:38
    Oh, discordia! E' terribile! E' agghiacciante! E' geniale!
    Mi ha letteralmente attaccato alla sedia. Molto originale.
    Mi ha ricordato l'atmosfera di una vecchia casa dove spero di non tornare finchè campo. Appena mi riprendo lo rileggo e scrivo qualcos'altro [SM=g27994]m18:
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    Dama Shalee
    Post: 12
    Registrato il: 30/03/2007
    Sesso: Femminile
    Custode
    00 01/04/2007 00:22
    Anche a me è piaciuto.....
    soprattutto il modo in cui sei riuscita a rendere realisticamente presenti ai miei occhi cose persone e stati d'animo... hai una scrittura molto descrittiva, cosa che apprezzo particolarmente (soprattutto quando le descrizioni sono così vive, colorate, da darti l'impressione di essere dentro la storia e non monotone e pesanti). Piacevole da leggere...

    [Modificato da Dama Shalee 01/04/2007 8.54]

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    =Lilibeth=
    Post: 32
    Registrato il: 31/03/2007
    Età: 37
    Sesso: Femminile
    Avventore
    00 03/04/2007 23:56
    Bello.... mi è piaciuto davvero tantissimo.... [SM=g27994]m1:
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    =nebbiolina=
    Post: 45
    Registrato il: 30/03/2007
    Sesso: Femminile
    Avventore
    00 04/04/2007 17:04
    Siete tutti troppo gentili [SM=g27994]m9: