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Racconto:L'anima della Polvere

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    Gorad Barbatonante
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    Registrato il: 30/03/2007
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    Avventore
    00 30/03/2007 12:07
    Questo è un vecchio racconto pilota nonchè il background di uno dei miei personaggi. Sono rimasto molto affezionato ad esso per il suo romantico cinismo, un paradosso dentro l'altro. Lo amo per il suo ostentato ermetismo (che farà storcere il naso a qualcuno) e lo amerò sempre perchè riguarda due personaggi il cui intreccio di destini aprì un'epopea per me ed i miei amici più cari.
    E' ispirato alla saga della Torre Nera, soprattutto al suo primo capitolo.
    Lo dedico a sai King e a Luigi che non dimenticano mai quanto il mondo sia andato avanti.

    ***

    In mattine come quella
    Anche la polvere ha un’anima

    La stazione dei treni. Un’ora allo zenit e già le ginocchia minacciano di cedere.
    Bella fine, pistolero. Otto mesi di sete e di sole per poi crollare come un burattino sulla linea d’arrivo.
    La guerra è giunta sino al Finemondo, pare. Almeno su questo ci avevi azzeccato, vecchio.
    Il cavo del telegrafo, spezzato e in balia di uno zefiro demone, pende come un serpente morente e disegna simboli di cabala sul terreno polveroso.
    Un cartiglio reca il nome Cordato.
    A destra, desolazione e abbandono.
    A sinistra, ed è peggio, Drowers.
    All’ombra del portico della stazione un uomo in dolce siesta
    Senza la mandibola
    Né qualche brandello di carne da offrire ai covi.
    Corvi? Ma che dico? Qui neppure gli avvoltoi si avventurano or mai..
    Una sosta di due minuti soltanto, sotto il tetto del portico.
    Due minuti soltanto, promesso.
    Il legno cigola e stridono gli speroni
    Il teschio del cadavere ammicca verso dritta, sostenuto dal bavero di una camicia incrostata di secoli.
    Ossequi alla signora.
    Mi arrischio ad entrare, i tarocchi dicevan quanno men te l’aspetti.
    Motivo in più perché non sia qua dentro. Bella fregatura, gli arcani.
    Brocca vuota, cibo scaduto, persiana che batte.
    Mettiamola a tacere
    Poi, quando meno me lo aspetto
    Fuori della finestra un circolo di tre pietre alte due metri su un basamento di accecante calcare bianco
    Stai calmo, cazzo
    La sagoma inconfondibile del vecchio si staglia contro il cielo slavato e ondeggia nel riverbero del sole.
    Con freddezza armo il cane e lo porto all’altezza della spalla.
    Il vecchio mi da il fianco e accarezza la pietra mentre la osserva
    o… la legge…legge la pietra
    Ottanta iarde, un vento fottuto e un sole filisteo.
    La tua solita fortuna, vecchio
    Scavalco il davanzale scheggiato senza spostare la canna dalla linea del Karma
    E lui mi vede
    Muove la faccia nella mia direzione, mi osserva avanzare.
    Per Dio, vecchio, ti dovevi far beccare in un modo così stupido?
    L’ombra di un uomo. Magro, chiari segni di un principio di Maldisole alla pelle. I baffi di sempre e quella luce negli occhi.
    Mi sorride. Da non crederci.
    - ebbene, ragazzo, pare ch’io ti abbia insegnato bene
    - ogni trucco, vecchio
    - e, come sta la mia Sophie?
    - meglio, non pronuncia più il tuo nome
    non può continuare su questo tono, non può
    - Isacco, devi capire che a volte le cose…
    - Tobias Farwood, con il potere conferitomi dall’Eld ti dichiaro in arresto per l’omicidio del magistrato Donald Hislowe, assassinato a sangue freddo nel mese di Febbraio del corrente anno e alla presenza di diciotto testimoni. Arrenditi e stenditi a terra senza compiere movimenti bruschi.
    E continua a sorridere, il figlio di puttana. Vuoi farmi sentire patetico, vecchio?
    - TOBIAS FARWOOD, HAI UDITO LA MIA LEGGE?
    Non porta armi, deve aver venduto anche le sue preziose fondine.
    Si muove, ecco, fa per voltarsi
    E in un attimo il Tocco mi mostra dove vuole andare a parare.
    Vecchio trucco, quello della cravatta d’ottone.
    Chiudo gli occhi appena in tempo per non essere abbagliato, inclino il capo a sinistra e lo uccido.
    Il corpo sembra restare sospeso in aria, come a immortalare il mio disappunto.
    Poi stramazza nella polvere.


    mi avvicino al corpo del mio mentore, dello sposo di mia sorella.
    Cosa ho fatto? Ciò per cui ho prestato giuramento. Difenderla, far sì che mai crolli.
    Nella mente, una mente svelta invero, la fugace immagine della nera torre incarna il tarlo del mio dubbio.
    Solo un attimo
    Giusto l’attimo che gli serve per mollarmi un calcio sulla mano e uno alla bocca dello stomaco.
    Il revolver finisce nella polvere. Lo dovrò lubrificare.
    Sollevo il viso in tempo per vedere il suo sorriso da figlio di puttana mentre spolvera il suo cappello.
    Doveva avere un sigul da qualche parte, un amuleto che lo ha salvato.
    La mandibola del gringo all’ingresso della stazione.
    Ora mi sento davvero patetico.
    Il colpo successivo mi ottenebra i sensi.
    Riverso lateralmente sulla terra con un dolore sordo a pulsarmi nella nuca, osservo le nubi vorticare in cielo e quindi lo vedo
    Il Vettore
    Tobias, in piedi al centro delle pietre, stringe nel pugno della destra un laccio da cui pende un talismano di metallo triangolare con dei sonagli.
    Provo a urlargli una bestemmia ma la mia gola si limita a soffiare.
    E lui sorride
    - Tranquillo, ragazzo, alle volte le cose vanno in modo strano. Lei verrà. Verrà a parlare anche con te. Tu patirai il tuo patire ed io il mio. Poi, un giorno, berremo qualcosa insieme, in qualche dove…in qualche quando. Prega per me, aaye?
    Provo goffamente ad alzarmi quando una folgore si abbatte al centro del disco di pietra.
    Smetto di rotolare e mi accovaccio sulle gambe.
    Quando il groviglio di nubi e il polverone si sono dissipati resta solo il corpo carbonizzato e ancora fumante che era stato di un mio amico.
    E’ mezzodì.
    Mi avvicino alla carcassa per rubargli la mandibola e qualche effetto personale che possa testimoniare per me.
    Il pugno della destra è ancora ben serrato sul laccio annerito. Il nodo di questo è integro, eppure non v’è traccia dello strano amuleto né dei sonagli.
    Sul disco di calcare, numerose ellissi si compenetrano tra costellazioni nostrane ed aliene.
    Scorgo, nel punto in cui mi aveva atterrato, un fagotto di quelli che si usano per tenere la corrispondenza e un otre pieno accanto ad esso.
    E stavolta tocca a me di sorridere.

    [Modificato da Zerph 02/04/2007 12.16]

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    =nebbiolina=
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    Registrato il: 30/03/2007
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    Avventore
    00 30/03/2007 13:16
    Sono estasiata!!!

    Ti premetto che mi viene l'orticaria solo a sentire pronunciare la parola "western", ma tralasciando il contesto a me non tanto gradito, non posso esimermi dal farti i complimenti!

    1) La scena è vivida sotto gli occhi del lettore, davvero molto reale, anche grazie al narratore interno e a quella sorta di flusso di coscienza che hai deciso di adottare.
    2)Il lessico è curato all'accesso (sbaglio? [SM=g27994]m13: ), efficace ed appropriato.

    [SM=g27994]m1:

    [Modificato da =nebbiolina= 30/03/2007 13.17]

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    Dama Shalee
    Post: 14
    Registrato il: 30/03/2007
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    Custode
    00 01/04/2007 00:44
    Vero... il ritmo incalzante fa sì che la scena sia vivida agli occhi di chi la osserva.
    Bellissimo il finale...
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    =Lilibeth=
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    Avventore
    00 02/04/2007 17:04
    é bellissimo tesoro.... [SM=g27994]m28:
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    Gorad Barbatonante
    Post: 25
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    Avventore
    00 04/04/2007 13:09
    Grazie a tutti. Siete troppo buoni [SM=g27994]m17: